Il governo della Nigeria ha rimosso un blocco di Twitter in vigore da più di sette mesi
Mercoledì il governo della Nigeria ha rimosso un blocco sul social network Twitter che era in vigore da più di sette mesi. Il ministro dell’Informazione Lai Mohammed lo aveva imposto lo scorso giugno, accusando Twitter di danneggiare il paese con le sue attività. Non aveva specificato in che senso, ma la decisione era stata collegata al ruolo avuto dal social network nelle proteste antigovernative che c’erano state nel paese.
Mercoledì il governo nigeriano ha detto di aver rimosso il blocco, originariamente disposto «fino a data da destinarsi», dopo aver raggiunto un accordo con Twitter che comprende, tra le altre cose, l’apertura di una sede in Nigeria e una gestione dei contenuti che sia «in linea con la legge nigeriana» (non è ben chiaro cosa questo significhi).
Nei giorni precedenti all’imposizione del blocco, Twitter aveva cancellato un tweet in cui il presidente nigeriano Muhammadu Buhari minacciava di reprimere le proteste di alcuni secessionisti, e l’anno prima su Twitter erano state organizzate le grosse e partecipate proteste contro la polizia. L’allora amministratore delegato del social network Jack Dorsey aveva anche fatto delle donazioni ai gruppi che le organizzavano, e Twitter aveva creato un apposito emoji per i tweet dedicati alle manifestazioni.
Twitter è nuovamente utilizzabile in Nigeria dalla mezzanotte di oggi. Negli scorsi sette mesi, comunque, vari utenti avevano continuato a utilizzare la piattaforma attraverso le reti private virtuali (VPN), quelle che permettono di fingere che il proprio dispositivo sia connesso da un altro paese rispetto a quello in cui ci si trova.
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