La più grande azienda di idropulitrici al mondo non sa più come prendere le distanze dalla destra francese
Da anni Kärcher chiede di non essere usata nella propaganda securitaria delle campagne elettorali, senza successo
L’azienda tedesca di macchine per la pulizia Kärcher ha chiesto per l’ennesima volta che il suo nome non venga usato nel dibattito politico francese. Di recente infatti la candidata alle elezioni presidenziali Valérie Pécresse, di centrodestra, ha detto in più occasioni che «bisogna tirare fuori il Kärcher dalla cantina» per «ripulire i quartieri» delle città francesi, usando un’espressione entrata ormai nel gergo della politica francese, nella quale il marchio viene usato, specialmente a destra, come metafora di un approccio securitario e rigido nei confronti della criminalità, e spesso in modo indiretto anche nei confronti dell’immigrazione, con un implicito sottotesto razzista.
In questi giorni la filiale francese di Kärcher ha diffuso un comunicato per chiedere che la destra francese la smetta di tirare in ballo il suo nome, sottolineando come Pécresse lo abbia usato «in maniera inappropriata» in tre interviste nell’ultima settimana. Ma è una faccenda che va avanti da anni, da quando nel 2005 l’allora ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy citò per la prima volta il marchio in un discorso facendo entrare l’espressione nel lessico politico francese.
Kärcher è la più importante azienda di idropulitrici al mondo, e in molti paesi, dalla Germania agli Stati Uniti alla Francia, il suo nome è diventato un deonimico, cioè un nome comune derivato da un nome proprio. Il marchio è diventato cioè un sinonimo del prodotto, com’è successo per esempio in Italia con lo Scottex. Se un simile processo semantico è solitamente una fortuna per le aziende, per Kärcher l’uso che ne fa da anni la destra francese è ritenuto un problema.
Pécresse, candidata alle elezioni presidenziali per i Repubblicani, il principale partito di centrodestra francese, aveva sostenuto fosse «arrivato il momento di tirare fuori il Kärcher che negli ultimi dieci anni era stato messo in cantina da François Hollande ed Emmanuel Macron» – gli ultimi due presidenti della Repubblica francesi – «per riportare l’ordine nelle strade» e «rispondere alla violenza dei nuovi barbari». Pécresse, che è una tra i candidati di destra più popolari assieme a Marine Le Pen ed Éric Zemmour, ha detto anche che bisogna «dare la caccia ai boss, ai teppisti, ai criminali, agli spacciatori» e revocare loro la cittadinanza.
L’azienda tedesca ha precisato che il marchio Kärcher «non è lo stendardo di alcun partito politico», bensì una proprietà esclusiva delle società del gruppo, e ha sottolineato di voler prendere le distanze da «tutti i partiti o alle correnti politiche» che lo hanno usato per fini politici. L’azienda ha anche detto di voler difendere «valori civici forti» e di essere impegnata in attività di interesse pubblico, come la pulizia dell’obelisco di Luxor in place de la Concorde a Parigi, organizzata in collaborazione col ministero della Cultura francese.
Nel comunicato, Kärcher ha anche ricordato che si sta battendo da anni affinché il suo nome non venga sfruttato nella propaganda politica francese. Il nome dell’azienda era entrato nel lessico politico francese per la prima volta nel giugno del 2005, quando Sarkozy lo citò commentando la morte di un ragazzino di 11 anni ucciso davanti a casa nella periferia nord di Parigi. Da lì in poi si era diffuso nella retorica della destra francese.
Nel 2016, prima delle ultime elezioni presidenziali, la società aveva inviato una lettera a una ventina di politici per chiedere di non usare il suo marchio per fare propaganda politica. In un comunicato stampa del 2020 aveva chiesto nuovamente che il suo nome e il suo marchio non venissero «presi in prestito» per qualsiasi scopo diverso da quello relativo alla pubblicizzazione dei suoi prodotti. Gli appelli di Kärcher, che comunque non ha mai fatto causa a nessun politico francese, non sembrano essere andati a buon fine.
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