La vandalizzazione della Scala dei Turchi
Una della più note mete turistiche della Sicilia era stata imbrattata di polvere rossa, ma è già stata ripulita
Nella notte tra venerdì e sabato scorsi qualcuno ha usato della polvere rossa per imbrattare la Scala dei Turchi, una scogliera rocciosa bianchissima a Realmonte, in provincia di Agrigento, tra le più note e fotografate mete turistiche della Sicilia. Al momento non si sa chi sia stato, e la procura di Agrigento ha avviato un’indagine a carico di ignoti per “danneggiamento di beni avente valore paesaggistico”. Nel frattempo, domenica la scogliera è stata ripulita grazie ai tecnici del comune di Realmonte, della Soprintendenza ai Beni culturali e a decine di volontari.
Inizialmente sembrava che la Scala dei Turchi fosse stata imbrattata con una vernice rossa, ma le analisi della Soprintendenza hanno appurato che si trattava in realtà di polvere di ossido di ferro, un pigmento utilizzato per colorare gli intonaci e che rispetto alla vernice è più facile da pulire. Già prima dell’intervento di tecnici e volontari, le onde del mare e il vento avevano lavato parte della polvere dalla scogliera.
La Scala dei Turchi è una scogliera di marna, una roccia sedimentaria argillosa e calcarea dal caratteristico colore bianco. Il nome si deve alla sua somiglianza con una grande scalinata, fatta di gradoni scolpiti nel corso di centinaia di anni da vento e onde, e al fatto che si ritiene che i pirati saraceni, impropriamente chiamati turchi dalla popolazione locale, nel XVI secolo la usassero come punto di approdo per le loro incursioni nell’isola. La scogliera infatti si trova in una zona poco battuta dai venti, e i pirati la utilizzavano per mettere al riparo le loro navi.
Negli ultimi anni la Scala dei Turchi è diventata una delle principali attrazioni turistiche della provincia di Agrigento e di tutta la Sicilia, ed è stata più volte utilizzata come ambientazione di film e serie tv. La si vede diverse volte nella serie del Commissario Montalbano, tratta dai romanzi di Andrea Camilleri. Proprio in un romanzo di Camilleri, La prima indagine di Montalbano, è presente una lunga descrizione della scogliera.
Il recente aumento nell’afflusso di turisti, arrivato dopo decenni di abusivismo edilizio nella zona circostante, ha provocato fenomeni erosivi e alcuni cedimenti della roccia. Per questo, e per una disputa legale riguardante la proprietà della zona, nel febbraio del 2020 la procura di Agrigento aveva disposto il sequestro preventivo della Scala dei Turchi, vietandone l’accesso ai turisti. In questi due anni molto spesso bagnanti e turisti hanno frequentato ugualmente sulla scogliera, in particolare al tramonto quando ci sono meno controlli.
Il contenzioso giudiziario aveva avuto inizio dopo che un uomo del posto, Ferdinando Sciabbarrà, era stato indagato per occupazione di demanio pubblico per aver abusivamente occupato una porzione della scogliera e per averne impedito l’uso pubblico. Sciabbarrà sosteneva di essere il legittimo proprietario di parte della Scala dei Turchi, sulla base di documenti catastali risalenti a metà dell’Ottocento.
La vicenda si era conclusa a novembre scorso quando il tribunale di Agrigento aveva dato ragione a Sciabbarrà, disponendo il dissequestro dell’area e l’assegnazione di una porzione alla Regione e un’altra a Sciabbarrà. Quest’ultimo, attraverso il suo avvocato, ha detto di essere disposto a cedere la parte di sua proprietà a condizione che sia istituita una riserva naturale.