Aung San Suu Kyi è stata condannata ad altri quattro anni di prigione
Lunedì un tribunale del Myanmar ha condannato a quattro anni di prigione Aung San Suu Kyi, la leader politica birmana agli arresti domiciliari dal colpo di stato compiuto dai militari lo scorso febbraio. Aung San Suu Kyi è stata condannata per tre accuse: la violazione delle restrizioni alle importazioni (importando illegalmente dei walkie-talkie), la violazione della legge sulle telecomunicazioni (utilizzando i walkie-talkie senza licenza) e la violazione delle restrizioni per il coronavirus. Il mese scorso era stata condannata ad altri quattro anni, due per sedizione e due sempre per aver violato le restrizioni per il coronavirus, durante la campagna elettorale.
La sentenza di lunedì era attesa: dal colpo di stato dello scorso febbraio, l’esercito birmano ha instaurato una dittatura militare, limitato moltissime libertà e preso il controllo del sistema giudiziario. La condanna di lunedì riguarda solo una parte del processo a carico di Suu Kyi: i giudici devono ancora esprimersi sui reati di corruzione e violazione del segreto di stato. In tutto Suu Kyi rischia una condanna a oltre 100 anni di carcere.
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