Inizia la tormentata Coppa d’Africa
Il torneo, che il Camerun attendeva da anni, è stato ostacolato da mille problemi: i separatisti anglofoni, la disorganizzazione, la stagione delle piogge e infine la pandemia
Domenica sera, con le prime due partite della fase a gironi, inizia la 33ª edizione della Coppa d’Africa, il torneo continentale del calcio professionistico africano. Inizierà con oltre tre anni di ritardo dalla data prevista inizialmente, spostata tre volte per motivi sempre diversi e rimasta in dubbio fino a poche settimane fa.
Durerà quasi un mese e si disputerà interamente in Camerun, un paese che ha investito molto per ospitare il torneo e che da inizio dicembre ha un nuovo presidente federale, l’ex attaccante di Barcellona e Inter Samuel Eto’o. Per ospitare l’evento il paese ha costruito due grandi stadi da oltre 50mila posti: uno a Douala, l’altro nella capitale Yaoundé, costruito da un’azienda italiana e dedicato a Paul Biya, secondo presidente del Camerun in carica da oltre trent’anni.
La Coppa d’Africa è il secondo torneo continentale più longevo del calcio internazionale. Si gioca dal 1957, tre anni prima dell’istituzione degli Europei della UEFA. La sua storia, soprattutto recente, è stata però segnata dalle difficoltà organizzative legate principalmente alla cadenza biennale e al periodo invernale in cui solitamente si disputa. Giocare una competizione tra gennaio e febbraio ogni due anni vuol dire infatti privare di molti giocatori decine di squadre di tutto il mondo, soprattutto europee, in un periodo in cui i calendari sono fitti di impegni. Tra i giocatori convocati per questa edizione, oltre venti provengono dalla Serie A, una quarantina dalla Premier League inglese e quasi sessanta dalla Ligue 1 francese.
Anche per questo motivo, nel 2017 l’ex presidente malgascio della confederazione africana Ahmad Ahmad — sospeso cinque anni dalla FIFA per appropriazione indebita – spostò la competizione in estate per allinearsi con i calendari internazionali, senza però tenere conto di alcuni fattori fondamentali.
L’edizione del 2019, quella inizialmente assegnata al Camerun, fu dirottata in Egitto a causa dei ritardi nella costruzione delle strutture e le preoccupazioni per gli scontri tra esercito governativo e separatisti nella regione anglofona del paese, in prossimità di due città destinate a ospitare il torneo. Lo spostamento fece slittare le assegnazioni successive, in modo da risarcire il Camerun con l’edizione del 2021.
Nel gennaio del 2020, però, la confederazione africana si rese conto che sarebbe stato un problema organizzare la coppa in Camerun tra giugno e luglio, ossia nella stagione delle piogge. Decise quindi di riportarla al periodo tradizionale, tra gennaio e febbraio del 2021. Pochi mesi dopo, a giugno del 2020, gli effetti della pandemia globale richiesero un secondo rinvio, che fino a poche settimane fa aveva rischiato di non essere l’ultimo.
I nuovi rischi legati alla variante omicron del coronavirus, identificata a novembre tra il Botswana e il Sudafrica e poi diffusa ampiamente in Europa, avevano minacciato il terzo spostamento, anche a causa delle persistenti preoccupazioni sull’organizzazione camerunense, ritenuta ancora carente. A dicembre, però, il nuovo presidente sudafricano della confederazione, Patrice Motsepe, ha infine confermato il torneo, dicendo: «Dobbiamo avere fiducia in noi stessi come africani. E dobbiamo essere convinti di poter ospitare una coppa di grande successo in Camerun».
In Europa club e associazioni avevano insistito per un terzo rinvio, cosa che aveva portato diversi giocatori africani a esporsi in prima persona per difendere la loro competizione, tra i quali Victor Osimhen del Napoli (non convocato per il grave infortunio allo zigomo subìto in campionato contro l’Inter). L’attaccante dell’Ajax Sebastien Haller, tra i convocati della Costa d’Avorio, ha parlato invece di mancanza di rispetto per l’Africa e del trattamento diverso che ricevono gli altri tornei continentali.
Se invece si passa al piano puramente sportivo della competizione, la Coppa d’Africa in Camerun potrebbe essere una delle edizioni più spettacolari, se i contagi tra i giocatori dovessero rimanere sotto controllo. L’Algeria del milanista Ismael Bennacer, premiato come miglior giocatore nell’ultima edizione, e del capitano Riyhad Mahrez, è considerata la favorita un po’ da tutti, ma storicamente le nazionali nordafricane hanno sempre faticato nelle edizioni disputate nella parte sub-sahariana del continente.
Ci sono poi l’Egitto del miglior calciatore africano della sua epoca, Mohamed Salah; il Senegal con Kalidou Koulibaly del Napoli e Sadio Mané del Liverpool; il Marocco di Achraf Hakimi; la Costa d’Avorio di Haller e del milanista Franck Kessié; il Camerun che gioca in casa con Karl Toko Ekambi e il prossimo portiere dell’Inter, Andrè Onana. Ci saranno inoltre due nazionali esordienti, le isole Comore e il Gambia, che ha sei giocatori provenienti dall’Italia, di cui due dalla Serie C (Sheikh Sibi della Virtus Verona e Yusupha Bobb del Piacenza).
La Coppa d’Africa – che ufficialmente è rimasta quella del 2021 come capitato già con Europei e Olimpiadi – inizia con Camerun-Burkina Faso (ore 17) ed Etiopia-Capo Verde (ore 20). Dopo un mese di incontri, la finale si terrà il 6 febbraio allo stadio Biya di Yaoundé. In Italia i diritti di trasmissione del torneo sono stati acquistati in esclusiva da Discovery, che trasmetterà le partite sulla piattaforma per abbonati Discovery+.