I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia
C'è stato un notevole aumento dei casi, e la provincia con l'incidenza più alta è stata Firenze
Nell’ultima settimana c’è stato un nuovo significativo aumento dei contagi a causa della rapidissima diffusione della variante omicron, sono aumentati anche i ricoveri in terapia intensiva e i morti. La percentuale dei posti letto occupati dai malati di COVID-19 sul totale dei posti disponibili, uno degli indicatori più importanti per capire come stanno andando le cose, è peggiorata soprattutto al Nord: in Liguria sono state superate le soglie di allerta che determinano il passaggio in zona arancione, ma i pazienti in gravi condizioni sono aumentati ovunque, in particolare in Lombardia, Piemonte, Lazio, Toscana e Sicilia.
Dal 30 dicembre al 5 gennaio sono stati trovati 901.495 contagi, il 136 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti.
C’è stato anche un aumento dei morti. Nell’ultima settimana ne sono stati segnalati 1.865, il 16,9 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti. La regione con l’incidenza più alta è stata la Liguria con 4,1 decessi ogni 100mila abitanti.
All’aumento dei ricoveri in terapia intensiva avvenuto nelle ultime settimane seguirà probabilmente una crescita dei decessi, ma sarà importante osservare l’andamento rispetto alle prime tre ondate dell’epidemia. Sono cambiate molte cose, infatti: ci sono i vaccini, che garantiscono una protezione contro le forme gravi della COVID-19, inoltre la variante omicron sembra causare sintomi più lievi rispetto alla delta che è stata prevalente fino a metà autunno.
“Sintomi più lievi” non significa che la pandemia sta per finire: per i non vaccinati le conseguenze continuano a essere potenzialmente gravi, come conferma la proporzione dei ricoverati in terapia intensiva. E per una minoranza di vaccinati, specialmente quelli con altre fragilità, continua a essere un virus pericoloso e potenzialmente mortale.
Al momento, però, l’andamento tra casi, ricoveri e decessi è molto diverso rispetto alle prime tre ondate dell’epidemia. Sarà importante osservare come cambieranno le curve di ricoveri e decessi almeno nelle prossime due settimane, in seguito all’aumento dei contagi avvenuto dalla metà di dicembre.
Anche gli ultimi dati pubblicati dall’Istituto superiore di sanità confermano l’efficacia dei vaccini: le persone che hanno ricevuto il richiamo (cioè la terza dose o la seconda per chi era stato vaccinato con Johnson & Johnson) hanno un rischio decisamente inferiore di essere ricoverate in ospedale o di morire rispetto alle persone non vaccinate. Anche chi ha ricevuto la seconda dose – meglio se da meno di quattro mesi – è comunque molto più protetto, come si può osservare dal grafico.
Da lunedì 3 gennaio sono passate in zona gialla quattro regioni: Lazio, Lombardia, Sicilia e Piemonte, che si sono aggiunte a Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Veneto e alle province autonome di Bolzano e Trento. Di fatto, però, per queste regioni non è cambiato nulla, visto che in base al decreto approvato dal governo il 23 dicembre tra zona bianca e zona gialla non ci sono più differenze. Pur senza nuove misure restrittive, i colori continuano ad avere una certa importanza per capire se la situazione negli ospedali sta peggiorando.
La Liguria ha superato le soglie che determinano il passaggio in zona arancione: è stato superato il 20 per cento di posti letto occupati dai malati di COVID-19 sul totale dei posti disponibili nelle terapie intensive e il 30 per cento nei reparti ordinari. La Valle d’Aosta ha un tasso di occupazione molto alto nei reparti ordinari: 45,5 per cento.
Due indicatori affidabili della situazione negli ospedali sono l’incidenza dei ricoveri in terapia intensiva rispetto agli abitanti e i nuovi ingressi in terapia intensiva. Nell’ultima settimana le regioni con l’incidenza più alta sono state Veneto, Valle d’Aosta, provincia autonoma di Trento e Marche.
Sono aumentati anche i nuovi ingressi in terapia intensiva: negli ultimi giorni sono stati 880, il 20,4 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti.
La provincia con l’incidenza settimanale più alta è stata Firenze, dove sono stati superati tremila casi ogni 100mila abitanti: ne sono stati segnalati 3.335. Anche a Siena, Prato e Pisa, sempre in Toscana, l’incidenza settimanale è stata molto alta così come in molte province lombarde, soprattutto Lodi, Milano, Pavia, Monza e Brianza.
In Italia finora quasi 48,6 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino contro il coronavirus e, di queste, oltre 46,5 milioni risultano completamente vaccinate. Il 36,4 per cento della popolazione ha ricevuto la dose di richiamo.
La mappa mostra la percentuale di persone vaccinate in Italia sopra i 5 anni: all’interno di ogni regione si trova la percentuale di chi ha ricevuto almeno una dose, mentre il colore indica quella di chi ha completato il ciclo vaccinale (cioè ha fatto due dosi).