Da lunedì ci saranno centinaia di persone bloccate sulle isole più piccole
Sono quelle che non si sono vaccinate e che senza Green Pass non potranno più prendere il traghetto verso il continente
Alcuni degli abitanti delle cosiddette isole minori italiane da lunedì 10 gennaio avranno un problema: chi non ha il Green Pass “rafforzato”, perché non si è vaccinato o perché ha ricevuto per ora solo la prima dose, non potrà spostarsi in traghetto verso il continente o verso un’isola più grande. Lo ha stabilito il decreto legge del 30 dicembre, che ha esteso il certificato vaccinale a tutti i mezzi di trasporto pubblici, suscitando le proteste di chi per esempio non potrà andare dall’isola di Capraia a Livorno, oppure da una delle isole Tremiti a Termoli, in Molise, o ancora da Salina, nelle Eolie, fino a Milazzo, in Sicilia.
Sarà un problema soprattutto in caso di necessità legate a infrastrutture presenti solo sul continente, come gli ospedali più grandi. Per Sergio Ortelli, sindaco all’isola del Giglio e vicepresidente dell’Associazione Nazionale Comuni Isole Minori, «così si creano cittadini di serie A e di serie B».
In Italia le isole minori abitate sono 87, rappresentate amministrativamente da 35 comuni. In tutto ci vivono circa 240mila persone. Solo su quattro, tra le isole, sono attivi presidi sanitari. In molte manca anche l’ambulatorio o un medico di famiglia. La questione riguarda una minoranza della popolazione, cioè le persone che non hanno il Green Pass, ma si tratterà di un problema significativo per chi dovrà raggiungere il continente o un’isola più grande per motivi di salute o per lavoro, o ancora per andare a scuola, senza avere ancora completato il ciclo vaccinale oppure senza averlo proprio iniziato. Non ci sono stime ufficiali ma con ogni probabilità si tratta, complessivamente, di centinaia di persone sparse sulle varie isole.
L’ANCIM si è rivolta al governo perché trovi una soluzione. I sindaci dei comuni interessati sottolineano che non intendono legittimare le tesi antivacciniste. Marino Lembo, sindaco di Capri, ha detto alla Stampa: «La nostra è una richiesta garbata, corretta, abbiamo il dovere di garantire diritti uguali ai nostri cittadini». Le stesse parole le ha usate il sindaco dell’isola del Giglio, Sergio Ortelli, che a Repubblica ha spiegato che sull’isola le persone non vaccinate sono 70-80, più quelle che hanno deciso di farlo da poco e non hanno ancora ricevuto la seconda dose. Il sindaco ha ricordato la necessità di garantire la frequenza scolastica a chi è iscritto negli istituti sulla costa, e di permettere a chi ha bisogno di fare esami diagnostici di andare negli ospedali sulla terraferma. Il rischio, secondo Ortelli, è di obbligare alcuni cittadini a un domicilio coatto.
Quello che sottolineano tutti i sindaci è che, come rappresentanti delle loro comunità, devono garantire assistenza sanitaria e servizi scolastici anche a chi non ha il Green Pass rafforzato. L’idea, avanzata dall’associazione che riunisce le isole minori, è che il governo stabilisca una deroga come già fece quando tutta Italia era in lockdown e in zona rossa. Dice Angelo Zini, sindaco di Portoferraio, sull’isola d’Elba: «Un cittadino di un’isola quando arriva sulla terraferma dovrà rispettare gli stessi obblighi: ma lasciamo prima che ci arrivi, sulla terraferma».
L’ANCIM ha diffuso una nota che parla tra l’altro di «esilio forzato» per i residenti sulle isole minori che non hanno aderito alla campagna vaccinale.
«Vanno apportate delle modifiche al dispositivo di limitazione dell’accesso ai trasporti marittimi ed aerei per i residenti sulle isole minori, riportandolo allo status attuale e, quindi, autorizzando l’accesso a tali mezzi di trasporto anche a chi, non vaccinato, è in possesso di tampone negativo al Covid e deve viaggiare per motivazioni legate alla salute, alla scuola e al proprio lavoro».
Maria Ida Bessi, sindaca dell’isola di Capraia, dice che «la continuità territoriale di chi vive sulle isole è rappresentata dai traghetti. Non si può impedire a chi non ha il Green Pass rafforzato di accedere a servizi essenziali come le cure mediche, oppure al lavoro o alla scuola sulla terraferma». Capraia ha 400 abitanti, «ma gli effettivi sono 250 circa e i non vaccinati sono pochissimi», continua la sindaca: «ma non si può ridurre la questione ai soli numeri».