Macron vuole «rompere le palle» ai non vaccinati
In un'intervista a Le Parisien ha usato toni molto forti nei loro confronti chiamandoli «irresponsabili» e non degni di essere definiti «cittadini»
In una lunga intervista data al giornale Le Parisien, il presidente francese Emmanuel Macron ha detto di volere «rompere le palle» («emmerder») il più possibile a chi non si è ancora vaccinato contro il coronavirus, in modo da indurlo a vaccinarsi per proteggere se stesso e il resto della popolazione.
I toni forti utilizzati, insoliti per Macron, hanno provocato numerose polemiche in Francia, dove ad aprile terranno le elezioni presidenziali. La Francia sta affrontando la nuova fase della pandemia causata dalla variante omicron, con un aumento significativo dei casi positivi rilevati giornalmente: solo martedì sono stati oltre 270mila.
In questi giorni nel Parlamento francese è in corso un acceso dibattito su una nuova legge per inasprire le limitazioni nei confronti dei non vaccinati. La proposta, sostenuta dal governo e da Macron, è di rendere obbligatoria una certificazione di avvenuta vaccinazione o guarigione per accedere a buona parte dei luoghi pubblici, escludendo la possibilità prevista finora di mostrare l’esito negativo di un test per il coronavirus. L’opposizione ha sollevato numerosi dubbi sull’opportunità del nuovo provvedimento, il cui passaggio in Parlamento si sta rivelando più difficoltoso del previsto.
Spiegando la situazione, Macron ha detto a Le Parisien:
C’è una piccola minoranza refrattaria [alla vaccinazione]. Come possiamo ridurla? La riduciamo, perdonatemi il modo di dire, rompendo loro le palle sempre di più. Non voglio rompere le palle a tutti i francesi. Mi batto contro la burocrazia ogni giorno quando questa si rivela un ostacolo per la popolazione. Voglio però rompere le palle ai non vaccinati. E continuerò a farlo, fino alla fine.
Macron ha ricordato che ci sono circa 5 milioni di individui che si sarebbero potuti vaccinare in Francia e che ancora non lo hanno fatto. Per il presidente francese sono degli «irresponsabili» e dal suo punto di vista non possono essere considerati «cittadini» della repubblica francese perché mettono a rischio la «solidità della nazione».
In Francia il 78,5 per cento della popolazione ha completato il ciclo vaccinale, una percentuale simile all’Italia e tra le più alte al mondo. Il governo sta però faticando non poco a convincere parte della restante popolazione a vaccinarsi. Non volendo introdurre un obbligo vaccinale vero e proprio, ha proposto di escludere i test per il coronavirus dall’ottenimento dell’equivalente del nostro Green Pass.
Finora Macron aveva utilizzato toni più concilianti nei confronti dei non vaccinati, mantenendo una linea seguita dal momento della sua elezione nel maggio del 2017, quando disse di volere essere «il presidente di tutti i francesi», una frase che dicono spesso i neoeletti, ma che nel caso di Macron era diventata un impegno ripetuto in più occasioni durante il proprio mandato.
Macron non si è ancora formalmente candidato alle presidenziali, ma i probabili suoi oppositori alle elezioni hanno criticato duramente i toni dell’intervista. Marine le Pen, presidente del Rassemblement National di estrema destra, ha detto: «Un presidente non dovrebbe utilizzare simili parole. Emmanuel Macron non è degno del proprio incarico». Eric Zemmour, saggista e giornalista di destra che potrebbe sottrarre molti voti a le Pen, ha definito l’intervista «una dichiarazione cinica di un politico che cerca di attirare attenzioni durante la campagna elettorale».
Jean-Luc Mélenchon, fondatore del Partito di Sinistra, ha colto l’occasione per criticare il sistema della certificazione vaccinale definendolo «una punizione contro le libertà individuali».