Chi è la persona che è scappata dalla Corea del Sud per entrare in Corea del Nord
Un uomo nordcoreano che tornava dopo più di un anno, forse a causa delle difficoltà economiche che aveva in Corea del Sud
L’uomo che sabato scorso era entrato illegalmente in Corea del Nord attraversando il confine che separa il paese dalla Corea del Sud è un cittadino nordcoreano che nel 2020 era fuggito in Corea del Sud. L’identità dell’uomo è stata rivelata dopo che per un paio di giorni non si era saputo nulla di lui. Al momento non si conoscono le motivazioni che lo avrebbero spinto a tornare nel suo paese, dove peraltro rischia di essere punito per la sua fuga, ma si sa che in Corea del Sud aveva vissuto in grosse difficoltà economiche.
Il passaggio dalla Corea del Sud a quella del Nord attraverso il confine è un fatto raro, dato che di solito gli attraversamenti illegali avvengono in senso contrario, per fuggire dal regime nordcoreano e trovare rifugio nella democratica Corea del Sud. L’uomo era stato avvistato dalle autorità sudcoreane intorno alle 9 di sabato sera nella “zona demilitarizzata” (DMZ), cioè la striscia di terra che divide la penisola coreana e che nonostante il nome è pattugliata da soldati da entrambi i lati, oltre che piena di mine e circondata da filo spinato.
Attraversare la “zona demilitarizzata” è illegale in entrambe le direzioni, ed è anche molto pericoloso: di solito le molte persone che lasciano la Corea del Nord per raggiungere la Corea del Sud lo fanno passando altrove, per esempio dalla Cina. Attualmente in Corea del Sud vivono circa 30mila nordcoreani, e nell’ultimo decennio solo una trentina sono tornati in Corea del Nord.
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Lunedì un funzionario del ministero della Difesa sudcoreano ha detto che l’uomo, di cui non è stato fatto il nome, è un cittadino nordcoreano di circa trent’anni che era scappato nel novembre del 2020, passando anche in quel caso nella “zona demilitarizzata”. L’uomo è stato identificato comparando le registrazioni video degli attraversamenti del confine di allora e quelle di sabato scorso. Dalle ricostruzioni successive è emerso che l’uomo aveva significative difficoltà economiche in Corea del Sud, dove aveva lavorato come addetto alle pulizie.
In Corea del Sud l’episodio ha ravvivato vecchie discussioni sulle condizioni di vita dei fuggitivi nordcoreani che, secondo diversi attivisti, non trovano condizioni di vita adeguate una volta arrivati in Corea del Sud, spesso dopo aver rischiato la vita per lasciare il proprio paese.
A seguito dei dettagli emersi lunedì, il ministero dell’Unificazione sudcoreano ha detto che l’uomo aveva ricevuto il sostegno economico, medico e sociale previsto per i fuggitivi nordcoreani dal governo della Corea del Sud. La stampa coreana ha scritto inoltre che lo scorso giugno l’uomo avrebbe detto di voler tornare in Corea del Nord, ma che i servizi sociali e la polizia all’epoca non avevano espresso preoccupazioni al riguardo, ritenendo che non ci fossero elementi per ritenerla una possibilità concreta.
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