Che cos’è la “Lotteria Filantropica”
Gli enti senza scopo di lucro potranno organizzarla da quest'anno, e servirà a finanziare progetti di utilità sociale
In questi giorni sui maggiori quotidiani italiani sono apparse pagine a pagamento che annunciano la nascita della Lotteria Filantropica Italia: «l’unica al mondo», dice l’inserzione, «che destina l’intero ricavato ad attività di interesse sociale». L’obiettivo della lotteria è quello di finanziare in tutta Italia varie attività del terzo settore – cioè organizzazioni private senza scopo di lucro – in ambiti diversi tra cui cultura, sanità, formazione e istruzione, infanzia e sport. Si tratterà però di una lotteria molto diversa da quelle i cui biglietti sono normalmente in vendita nelle tabaccherie.
Lo Stato non terrà infatti nulla per sé, ma soprattutto non guadagnerà nulla neppure il vincitore: otterrà però la possibilità di scegliere e intestarsi un progetto di beneficenza sociale, da interventi nel campo dell’istruzione o contro la povertà a iniziative contro la violenza sulle donne. Ma di fatto non potrà partecipare chiunque: il prezzo minimo del biglietto è infatti di 500 euro, e quindi si tratta di un’operazione rivolta a privati con una certa disponibilità economica ma anche alle aziende, che potranno decidere di acquistare biglietti da regalare ai propri dipendenti o ai clienti, oppure di proporre sconti in fattura ai fornitori da trasformare in biglietti.
Se Mario Rossi vincerà la lotteria, potrà decidere a cosa destinare la vincita: quel progetto si chiamerà Iniziativa Mario Rossi per la realizzazione di un centro per l’infanzia, o di un centro d’ascolto per casi di violenza contro le donne, di formazione per giovani in cerca di lavoro o ancora per l’assistenza ai migranti. In sostanza si vincerà la gratificazione di dare il proprio nome a qualcosa di utile alla comunità.
Non si tratterà infine di un’unica lotteria nazionale, ma qualsiasi organizzazione iscritta al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali potrà organizzare la propria.
La nascita della lotteria è stata annunciata lo scorso 10 dicembre con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale del 27 luglio 2021 che ne disciplina il regolamento. In realtà la decisione sull’istituzione della lotteria risale a una legge del dicembre 2018 proposta e spinta dalla Fondazione Italia Sociale, l’organizzazione nata nell’ambito della riforma del terzo settore con lo scopo di attirare e incrementare le risorse private da dedicare a iniziative sociali in tutta Italia. La fondazione si è ispirata a modelli già esistenti in altri paesi come la Fondation de France e la Charities Aid Foundation del Regno Unito. Della Fondazione fanno parte banche, aziende, università, editori, studi professionali, società di consulenza.
Il terzo settore in Italia ha avuto negli ultimi anni uno sviluppo importante. Le organizzazioni del terzo settore sono, a quanto emerge dal censimento Istat, 380mila e danno lavoro a più di un milione di persone, con altri sei milioni di volontari stimati. I campi di intervento degli ETS (Enti Terzo Settore) sono vasti e vanno dal sociale al sanitario, dall’istruzione alle iniziative ricreative e di socializzazione. È un settore che vale 80 miliardi di euro e che rappresenta il 5% del Pil nazionale. Il finanziamento arriva solo per un quinto dai fondi pubblici, mentre il resto proviene dal mercato e dalle donazioni. Gli enti del terzo settore sono diventati sempre più imprese sociali che possono produrre guadagni come altre società, con la differenza che sono tenuti a reinvestirli tutti nelle loro iniziative.
Una parte importante del budget di queste organizzazioni è rappresentato dalle donazioni private, che in Italia raggiungono la cifra di 10 miliardi di euro. «Si tratta di una cifra sproporzionata rispetto alla ricchezza privata italiana, stimata attorno ai 10mila miliardi di euro», dice al Post Gianluca Salvatori, segretario generale di Fondazione Italia Sociale: «purtroppo nel paese non c’è una grande disponibilità a donare, siamo negli ultimi posti in Europa. Manca l’attitudine alla filantropia».
Per questo la Fondazione è alla ricerca di strumenti per incentivare le donazioni. «Nel Nord Europa», dice ancora Salvatori, «è molto diffusa la pratica di destinare una parte percentuale delle lotterie nazionali a iniziative sociali. Noi abbiamo pensato di seguire quest’idea ma migliorandola e ampliandola, creando una lotteria i cui proventi fossero interamente destinati a iniziative sociali».
La prima lotteria sarà probabilmente, prima dell’estate, proprio quella di Fondazione Italia Sociale. La fase di raccolta delle proposte sui progetti dovrà durare sei mesi. Al termine, in base ai fondi raccolti, i progetti verranno perfezionati. L’estrazione avverrà a cura dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Il possessore del biglietto vincente deciderà quale progetto intestarsi: a quell’iniziativa, che porterà il nome del vincitore, verrà destinato il 20% del denaro raccolto mentre il restante sarà diviso tra le altre iniziative proposte.
Dopo o assieme alla lotteria di Fondazione Italia Sociale arriveranno quelle di altri enti: ogni organizzazione potrà strutturare in autonomia, all’interno delle regole stabilite, la propria lotteria. Potranno organizzarla solo enti iscritti nel registro unico nazionale. Il decreto legislativo 117 del 2017, ovvero il codice del terzo settore, stabilisce quali sono gli enti che possono farne parte:
«Sono enti del Terzo settore le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, incluse le cooperative sociali, le reti associative, le società di mutuo soccorso, le associazioni, riconosciute o non riconosciute, le fondazioni e gli altri enti di carattere privato diversi dalle società costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di una o più attività di interesse generale in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi, ed iscritti nel registro unico nazionale del Terzo settore».
Possono iscriversi al registro unico enti privati che agiscono senza scopo di lucro, che non significa non avere profitti ma reinvestirli per finanziare le proprie attività senza redistribuirli tra i membri dell’organizzazione. L’ente deve poi svolgere attività di interesse generale (definite dalla legge del terzo settore) e farlo per finalità civiche, solidaristiche o di utilità sociale.