Come funziona ora la quarantena per chi è stato a contatto con un positivo
È stata sostituita con una “autosorveglianza” per chi è vaccinato con il richiamo o con le prime due dosi ricevute da meno di 4 mesi
Da oggi, venerdì 31 dicembre, entrano in vigore le nuove regole sulla quarantena decise dal governo con un decreto approvato nei giorni scorsi e pubblicato giovedì sera sulla Gazzetta Ufficiale. Il decreto introduce alcune modifiche a ciò che devono fare le persone che hanno avuto contatti stretti con persone positive al coronavirus: in breve, se si è ricevuto il richiamo o la seconda dose da meno di quattro mesi non si dovrà più fare la quarantena ma solo una forma di “autosorveglianza” per 5 giorni, in cui ci si potrà muovere liberamente a patto di indossare sempre una mascherina FFP2 e di attivarsi in caso di comparsa di sintomi. Per tutti gli altri le regole rimangono uguali a prima.
Intorno alle nuove regole c’è stata una certa confusione nella mattina di venerdì, perché il governo ha pubblicato delle norme in contraddizione. La versione che segue è quella aggiornata all’interpretazione del ministero della Salute, che dovrebbe essere quella valida.
Contatti stretti di una persona positiva, vaccinati con il richiamo oppure con il primo ciclo da meno di 4 mesi
Il governo ha deciso che non sarà più prevista la quarantena per le persone che hanno avuto contatti stretti con un positivo al coronavirus e hanno già ricevuto la dose di richiamo del vaccino (cioè la seconda dose per Johnson & Johnson o la terza per tutti gli altri vaccini), oppure che hanno completato il primo ciclo (e quindi la prima dose di J&J o le prime due degli altri) da meno di 120 giorni, cioè quattro mesi.
È però introdotta una forma di “autosorveglianza” di cinque giorni dal momento dell’ultimo contatto con la persona positivo. Durante questo periodo, si è obbligati a indossare una mascherina FFP2 quando si hanno contatti con altre persone, e si devono monitorare le proprie condizioni di salute. Se compaiono sintomi riconducibili alla COVID-19 si deve fare un test antigenico rapido o un tampone molecolare. Anche se è negativo, se i sintomi persistono si deve fare un altro test (e ottenere risultato negativo) al quinto giorno dal contatto.
Se si rimane asintomatici, invece per uscire dall’autosorveglianza – e quindi al quinto giorno – non è necessario fare un tampone rapido antigenico o un molecolare con risultato negativo. Si deve comunque continuare a indossare per altri cinque giorni la FFP2.
È diverso da quanto si è letto in giro – anche nella prima versione di questo articolo – e anche da quanto aveva detto lo stesso governo pochi giorni fa. Il motivo della confusione è che il testo del decreto prevedeva invece il tampone anche per chi rimane asintomatico durante l’autosorveglianza. Ma questa interpretazione è stata superata dalla circolare del ministero della Salute.
Contatti stretti di una persona positiva, vaccinati con il primo ciclo da oltre 4 mesi
La stessa circolare del ministero della Salute ha accorciato da 7 a 5 giorni la quarantena prevista per le persone che hanno fatto il primo ciclo del vaccino (la prima dose di J&J o le prime due degli altri vaccini) da oltre 120 giorni, quindi quattro mesi, e abbiano avuto un contatto a rischio con un positivo. Se non compaiono i sintomi, dopo i cinque giorni si esce dalla quarantena con un risultato negativo a un test antigenico rapido o molecolare, effettuato anche presso centri privati.
Contatti stretti di una persona positiva, guariti da meno di quattro mesi
La quarantena per i contatti stretti è eliminata in generale per chi ha il “Green Pass rafforzato” da meno di 4 mesi, e quindi anche per chi è guarito dalla COVID-19 entro 120 giorni. Anche in questo caso è obbligatoria la mascherina FFP2, l’autosorveglianza e il tampone negativo all’eventuale comparsa di sintomi, e di nuovo dopo cinque giorni. Anche in questo caso per uscire dal regime di autosorveglianza occorre un tampone negativo al decimo giorno.
Contatti stretti di una persona positiva, non vaccinati o vaccinati con il primo ciclo da meno di 14 giorni
Le regole rimangono uguali a prima: c’è la quarantena di 10 giorni, dopo i quali si deve fare un test rapido o molecolare negativo. In alternativa, si può uscire dalla quarantena dopo 14 giorni senza tampone, a patto di non avere avuto sintomi.
Che differenza c’è tra autosorveglianza e quarantena?
La quarantena prevede una «restrizione dei movimenti», cioè in sostanza di rimanere a casa propria senza incontrare altre persone, per «monitorare l’eventuale comparsa di sintomi». L’autosorveglianza invece non prevede restrizioni dei movimenti: si può quindi circolare liberamente, a patto di indossare sempre una mascherina FFP2.
L’isolamento è un’altra cosa, ed è quello che riguarda le persone positive.
Cos’è un contatto stretto?
È importante capire il concetto di contatto stretto, a cui si applicano le regole fissate dal decreto: significa una interazione prolungata – per esempio quella di due persone che vivono insieme – oppure breve ma significativa, come una conversazione di almeno un quarto d’ora senza mascherina, oppure un’interazione che abbia previsto una stretta di mano. Qui c’è un elenco di tutte le situazioni che secondo il ministero causano un contatto stretto.
Oltre ai contatti stretti, il ministero della Salute ha introdotto da alcuni mesi anche la categoria dei “contatti a basso rischio”, che comprende per esempio chi ha avuto una conversazione inferiore ai 15 minuti con una persona risultata positiva, o si è trovato nella stessa stanza con lei o lui per pochi minuti. In questa categoria sono inclusi anche i passeggeri di un volo in cui è risultato poi presente un passeggero positivo, con l’eccezione di quelli seduti «entro due posti in qualsiasi direzione», dei suoi compagni di viaggio e del personale. Al momento le norme non prevedono nessun comportamento particolare per chi è un “contatto a basso rischio”, né test né quarantene, se si è asintomatici.
– Leggi anche: Come interpretare i dati sui contagi
Correzione: una precedente versione di questo articolo riportava informazioni diverse dovute alla confusione nelle norme pubblicate dal governo. La prima è che, diversamente da quanto scritto inizialmente, per le persone che hanno fatto il richiamo del vaccino o il primo ciclo entro 120 giorni e hanno avuto un contatto a rischio con un positivo non è previsto l’obbligo di tampone negativo, se rimangono asintomatiche nei cinque giorni di autosorveglianza.
La seconda è che per le persone che hanno fatto il primo ciclo del vaccino da oltre 120 giorni e hanno avuto un contatto a rischio con un positivo la quarantena non è di 7 giorni, ma di 5. Il decreto non interviene a riguardo, ma è stata accorciata dalla circolare del ministero della Salute.