Israele ha a che fare con una grave epidemia di aviaria
Ha ucciso oltre 5mila gru nel nord del paese, e le autorità hanno fatto abbattere per precauzione centinaia di migliaia di polli
Nel nord di Israele è in corso una grave epidemia di influenza aviaria che ha provocato la morte di più di 5mila gru e ha costretto gli allevatori della zona ad abbattere centinaia di migliaia di polli. Secondo le autorità del paese è l’evento di questo tipo più grave della storia del paese, e la situazione non sarebbe ancora del tutto sotto controllo.
L’epidemia si è sviluppata nell’area della riserva naturale di Hula, vicino al confine con il Libano e la Siria: una zona dove ogni anno transitano decine di milioni di uccelli migratori che sono diretti dall’Europa e dall’Asia verso l’Africa. Tra questi ci sono 500mila gru, circa 30mila delle quali si erano fermate nella zona della riserva per l’inverno. I primi uccelli morti sono stati trovati nel lago della riserva una decina di giorni fa. Finora l’epidemia ha provocato la morte di oltre 5.200 gru: la maggior parte sono state trovate nel lago e nella riserva, e circa 250 nella valle circostante.
In questi giorni sono in corso le operazioni per rimuovere le carcasse degli uccelli per impedire che infettino altri animali. Nel frattempo, il ministero dell’Agricoltura israeliano ha fatto sapere che più di mezzo milione di polli sono stati abbattuti per evitare la diffusione dell’epidemia.
Le cause che hanno portato allo sviluppo dell’epidemia sono ancora da accertare. Un portavoce della riserva di Hula ha detto ad Associated Press che si ritiene che le prime gru trovate morte fossero state contagiate da uccelli più piccoli, che sarebbero stati a loro volta infettati in alcuni allevamenti dove erano stati osservati alcuni focolai.
Lo scorso 18 ottobre era stato riscontrato un primo focolaio del virus che provoca l’influenza aviaria A(H5N1) nella Piana di Esdraelon, una cinquantina di chilometri a sud della riserva. A novembre, erano stati riscontrati altri casi in due allevamenti di polli e in un kibbutz, una delle tipiche comunità agricole dell’entroterra del paese.
Per ora non è stato segnalato alcun caso di contagio tra le persone. Quelle che sono state a stretto contatto con gli animali infetti si stanno sottoponendo a una terapia preventiva.
La ministra israeliana per la Protezione Ambientale, Tamar Zandberg, ha detto che quello degli ultimi giorni è «il disastro più grave che riguarda la fauna selvatica nella storia del paese», aggiungendo che l’entità del danno «è ancora incerta».
Negli ultimi giorni il numero degli uccelli morti sembra essersi stabilizzato, ma secondo Uri Naveh, scienziato dell’ente nazionale che si occupa di parchi e natura, la situazione non è ancora sotto controllo. Lunedì il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha incontrato il proprio consigliere della sicurezza nazionale e altri scienziati per capire come affrontare la situazione; il suo ufficio ha fatto sapere che i funzionari dei ministeri dell’Agricoltura, dell’Ambiente e della Salute stanno osservando attentamente l’andamento dell’epidemia.
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