Come sta funzionando il “modello tedesco”
In Germania ci sono forti limitazioni per i non vaccinati, ma non così diverse da quelle in vigore anche in Italia
Martedì 28 dicembre in Germania sono entrate in vigore alcune nuove limitazioni per contenere la diffusione del coronavirus, e in particolare della variante omicron i cui casi sono aumentati del 45 per cento in un giorno.
Le nuove regole vietano ai vaccinati o guariti dalla COVID-19 di organizzare feste e incontri privati al chiuso o all’aperto con più di 10 persone. Nel caso in cui partecipino persone non vaccinate, il limite è invece di due. Lo scopo di queste limitazioni, che si aggiungono a quelle in vigore da fine novembre, è di ridurre le occasioni di contagio in vista dei festeggiamenti per la fine dell’anno.
Da alcune settimane la Germania viene indicata, soprattutto sui giornali italiani, come un “modello” nella gestione di questa nuova fase della pandemia. Dopo un picco di nuovi casi positivi tra fine novembre e inizio dicembre, con circa 60mila nuovi contagi giornalieri, i dati sono effettivamente migliorati con una media di 23mila nuovi casi giornalieri nell’ultima settimana. Sulla riduzione dei casi segnalati potrebbero però avere inciso il periodo delle festività natalizie, con una riduzione nelle attività di test e nella segnalazione dei nuovi casi.
Nel complesso la Germania ha fatto progressi nel contenimento dell’epidemia rispetto ad alcune settimane fa e si è parlato sui giornali di una sorta di “lockdown per i non vaccinati tedeschi”, anche se in realtà le limitazioni non sono così diverse da quelle applicate in Italia.
Da inizio dicembre in Germania è in vigore la regola “2G” (da “geimpft, genesen” in tedesco, cioè “vaccinato, guarito”), secondo la quale solo le persone vaccinate o guarite dalla COVID-19 possono accedere a ristoranti, bar, alberghi, teatri, cinema, eventi e buona parte dei negozi. I non vaccinati possono accedere ai negozi che vendono beni di prima necessità come supermercati, farmacie e librerie.
La regola 2G non prevede che ci siano eccezioni per chi sia risultato negativo a un test per il coronavirus, salvo particolari giustificazioni di salute. Il sistema assomiglia quindi al nostro “Green Pass rafforzato”, che però finora è stato applicato per una quantità di scopi più limitata rispetto alla Germania (i negozi non essenziali in Italia non sono tra i luoghi in cui è richiesto, per esempio).
Oltre alla 2G, in Germania è anche applicata la regola 3G per i trasporti pubblici: prevede che possano prenderli non solo i vaccinati e i guariti, ma anche chi abbia ottenuto di recente un test negativo (entro 24 ore per un antigenico, entro 48 ore per un molecolare). A ogni cittadino viene data la possibilità di ricevere un test rapido gratis alla settimana. La regola 3G è simile al nostro “Green Pass base”, che però in Italia viene impiegato per dare l’accesso a numerosi luoghi e attività in più rispetto alla Germania, e non prevede l’offerta di un test gratuito settimanale.
La regola 3G viene anche applicata per l’accesso ai luoghi di lavoro: come in Italia, occorre presentare prova di vaccinazione, guarigione o di essere risultati negativi a un test per il coronavirus.
La differenza più significativa tra le limitazioni adottate in Germania e in Italia è la maggiore quantità di casi in cui nel nostro paese si possono fare cose nelle 48 ore seguenti a un test negativo, specialmente se ci si trova in area bianca o gialla. Varie limitazioni già previste in Germania in Italia entrano in vigore nel caso in cui si passi nell’area arancione. Il sistema dei colori ha ricevuto nel tempo alcune critiche, perché introdurrebbe limiti quando la situazione si è ormai aggravata, mentre farebbe poco per prevenire i peggioramenti.
L’introduzione del sistema 2G in Germania ha contribuito a ridurre i nuovi casi di contagio dopo il picco tra fine novembre e inizio dicembre, e secondo i dati diffusi finora ha tenuto relativamente sotto controllo la diffusione della variante omicron.
I dati ufficiali diffusi martedì hanno segnalato 3.218 nuovi casi da omicron rilevati nelle ultime 24 ore, con un aumento del 45 per cento rispetto al giorno precedente. Il numero totale di casi da omicron finora rilevati è stato di 10.443, ma la variante continua a diffondersi velocemente e si stima che possa diventare prevalente nel paese entro metà gennaio.
Oltre alle limitazioni, il governo tedesco sta provando a rilanciare la campagna vaccinale, i cui esiti sono stati finora al di sotto delle aspettative. Circa il 70 per cento della popolazione ha completato la prima parte del ciclo vaccinale, a differenza dell’Italia dove la percentuale è dell’80 per cento della popolazione. La vaccinazione con la dose di richiamo è iniziata un po’ in ritardo, ma procede comunque e dovrebbe avere effetti positivi nel contrastare la nuova variante omicron. (I dati sui vaccinati non sono sempre consolidati e potrebbero discostarsi di qualche punto percentuale.)
La scorsa settimana il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha ricordato che: «Le esperienze degli ultimi due anni hanno mostrato che il Natale e la Pasqua non sono stati grandi fattori di nuovi contagi» e ha ringraziato per questo i cittadini tedeschi. Il governo tedesco non esclude comunque la possibilità di dover ricorrere a limitazioni più severe o a un lockdown generalizzato, nel caso di un marcato peggioramento dell’epidemia. Il Parlamento sta inoltre discutendo sull’opportunità di rendere obbligatoria la vaccinazione, con i Verdi che sostengono la nuova coalizione di governo favorevoli a questa misura.