La Corte Suprema russa ha sciolto la ong Memorial International
È una delle più note organizzazioni per la difesa dei diritti umani in Russia: era accusata di agire come “agente straniero”
Martedì la Corte Suprema russa ha ordinato lo scioglimento della ong Memorial International, una delle più note organizzazioni per la difesa dei diritti umani in Russia. Dal 2016 l’organizzazione era classificata come “agente straniero”, una dicitura usata dal regime autoritario del presidente Vladimir Putin per limitare la libertà di espressione e di associazione a enti e organizzazioni che ricevono finanziamenti esteri. In passato Putin aveva accusato più volte Memorial International di sostenere gruppi estremisti e terroristi.
L’associazione era stata fondata nel 1989, quando ancora esisteva l’Unione Sovietica, e aveva avuto come suo primo presidente il fisico e attivista russo Andrei Sakharov, premio Nobel per la Pace nel 1975. Era nata con l’obiettivo di preservare la memoria delle vittime delle repressioni comuniste, in particolare quelle dei gulag, i campi di lavoro forzato dove si stima che tra il 1930 e il 1953 furono imprigionati quasi 20 milioni di oppositori politici.
Negli ultimi anni Memorial International aveva fatto anche diverse campagne di sensibilizzazione contro le violazioni dei diritti umani compiute nel corso delle guerre combattute dalla Russia contro i separatisti della Cecenia.
A novembre il procuratore generale russo aveva chiesto di sciogliere l’associazione accusandola di avere violato la legge, perché si era rifiutata in più occasioni di accompagnare le proprie comunicazioni con il disclaimer obbligatorio di 24 parole con cui si devono presentare i contenuti diffusi dai media e dalle associazioni classificate come “agente straniero”: un avviso che avverte i lettori che quanto stanno per leggere è stato creato da un’organizzazione che riceve finanziamenti da paesi stranieri, e un modo del governo russo per limitare la libertà della stampa e delle associazioni poco favorevoli al regime.
Nel corso dell’udienza che ha portato alla decisione della Corte Suprema, un rappresentante del procuratore generale ha accusato Memorial International di essere “una minaccia pubblica” e di essere sovvenzionata dai paesi occidentali per mettere in ombra il ruolo avuto dall’allora Unione Sovietica nella vittoria della Seconda guerra mondiale.
Secondo l’avvocata di Memorial International, Tatiana Glushkova, la vera ragione della sentenza «è che al procuratore generale russo non piace il lavoro che Memorial International fa per riabilitare le vittime del terrore sovietico». Glushkova ha anche fatto sapere che l’organizzazione farà ricorso contro la sentenza del giudice. Fuori dal tribunale si sono radunati molti attivisti che hanno protestato a lungo contro la sentenza.
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