Nessuno vuole i dollari “con la faccia piccola”
Cioè quelli emessi prima del 1996, che negli Stati Uniti sono tuttora in circolazione ma sono visti con diffidenza in diversi paesi che usano anche la valuta americana
In alcuni paesi che hanno la propria valuta ma accettano anche i dollari statunitensi le banconote americane più vecchie in circolazione possono essere un problema. Nonostante quelle delle serie stampate alcuni decenni fa siano valide in tutti gli Stati Uniti e accettate e distribuite dalle banche di tutto il mondo, molte attività commerciali estere accettano soltanto pagamenti con quelle emesse più di recente: tutto sarebbe legato a un grosso malinteso e all’errata convinzione che le banconote delle serie più vecchie debbano andare fuori corso a breve.
Le banconote statunitensi che creano problemi all’estero sono quelle stampate dagli anni Sessanta fino al 1996, che al loro centro hanno il volto di un personaggio famoso racchiuso in un ovale. Alcune di queste banconote sono tuttora in circolazione e negli anni successivi al 1996 quelle che vanno dai 5 ai 100 dollari, il taglio più grande, sono state affiancate da nuove serie, che hanno caratteristiche grafiche diverse (negli ultimi decenni le banconote da 1 e 2 dollari non sono mai cambiate e continuano a essere stampate con le stesse caratteristiche).
Dopo il 1996 sono state stampate per esempio due nuove serie di banconote da 100 dollari, che raffigurano sempre lo scienziato e politico Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti. Nella prima di queste serie, stampata fino al 2006, i ritratti dei personaggi al centro sono molto più grandi e l’ovale occupa tutta l’altezza della banconota.
In quelle stampate a partire dal 2009 ed entrate in circolazione nel 2013, invece, l’ovale non c’è proprio e tra le altre cose è stata anche aggiunta una filigrana blu.
Come ha confermato l’agenzia governativa del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti che si occupa di stampare le banconote, che sono emesse dalla Federal Reserve (la banca centrale statunitense), tutte queste serie di banconote in circolazione hanno valore, indipendentemente dal momento in cui sono state stampate.
Il problema è che molte attività commerciali all’estero continuano a non accettare quelle più vecchie, che spesso sono conosciute come le banconote “con la faccia piccola”, dall’aspetto che hanno se vengono confrontate con quelle delle serie più nuove, “con la faccia grande”.
Per esempio in Argentina il dollaro statunitense è la valuta che si usa tradizionalmente per i risparmi, ma anche per le transazioni immobiliari e grossi pagamenti, visto che la moneta locale, il peso, è considerata troppo debole. La maggior parte delle agenzie immobiliari, così come le concessionarie di auto, le agenzie viaggi e altre attività che prevedono pagamenti in dollari, non accettano però le banconote delle serie più vecchie.
Spesso l’unico posto in cui vengono accettate, a parte le banche, è il mercato illegale di compravendita di valuta estera, che si è sviluppato anche in seguito a questa abitudine.
Sul mercato illegale le banconote con la “cara chica” (con la “faccia piccola”), come vengono soprannominate in Argentina, vengono comprate a un prezzo più basso rispetto alle altre e scambiate con banconote di serie nuove, spesso ottenute con la complicità di impiegati bancari, che ricevono una commissione dai cambiavalute illegali per la loro collaborazione.
Una persona che si occupa di cambio valute nel mercato illegale argentino e che ha chiesto di essere chiamata solo Gonzalo ha raccontato a BBC Mundo che l’abitudine di rifiutare le banconote emesse prima del 2004 si è diffusa negli ultimi sei o sette anni. A suo dire tutto ebbe inizio quando un funzionario della Federal Reserve citato nell’articolo di un giornale statunitense specializzato in economia aveva detto che le banconote “con la faccia piccola” non venivano stampate da diversi anni: la gente quindi pensò che la Federal Reserve le avrebbe ritirate presto dalla circolazione.
Non è chiaro se la diffidenza in Argentina verso queste banconote derivi proprio dal malinteso raccontato da Gonzalo, ma i dubbi e le perplessità hanno continuato a rimanere nel tempo, nonostante le molte rassicurazioni degli Stati Uniti e delle banche argentine che non esisteva alcuna differenza di valore tra banconote “con la faccia grande” e quelle “con la faccia piccola”. Le stesse diffidenze sono diffuse anche in altri paesi dell’America Latina.
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