Il presidente della Somalia ha sospeso i poteri del primo ministro Mohamed Hussein Roble
Lunedì il presidente della Somalia Mohamed Abdullahi Mohamed, noto come Farmajo, ha sospeso i poteri del primo ministro Mohamed Hussein Roble, accusandolo di corruzione (in Somalia il primo ministro è il capo del governo e ha il potere esecutivo). Da giorni Farmajo e Roble si accusano reciprocamente di essere i responsabili dell’instabilità politica in cui la Somalia si trova da mesi: al centro dello scontro tra i due ci sono le elezioni del Parlamento del paese, che ha il potere di eleggere il presidente, ritardate più volte da quando Farmajo ha arbitrariamente esteso il proprio mandato, che si sarebbe dovuto concludere lo scorso febbraio.
Le tensioni erano culminate in alcuni violentissimi scontri avvenuti lo scorso aprile a Mogadiscio, tra soldati sostenitori del presidente e militari che si erano schierati con le opposizioni. Le tensioni si erano attenuate quando Farmajo era tornato sui propri passi e si era messo d’accordo col primo ministro Roble per organizzare le elezioni.
Quelle per la camera alta (il Senato) si sono concluse, mentre quelle per la camera bassa sono iniziate l’1 novembre: dovevano concludersi il 24 dicembre, ma il giorno dopo era stata confermata l’elezione di meno di un decimo di tutti i membri della camera. Domenica il presidente Farmajo ha accusato Roble di aver sabotato lo svolgimento delle elezioni, e Roble ha fatto lo stesso con lui. Farmajo ha allora sospeso i poteri di Roble, accusandolo di corruzione e di essersi illecitamente appropriato di alcuni fondi pubblici: i poteri di Roble, ha detto, resteranno sospesi fino alla conclusione delle indagini.
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