Per qualche motivo queste “scimmie annoiate” valgono tantissimo
Alcune illustrazioni hanno prodotto un giro d'affari da decine di milioni di dollari, per le strane ragioni che muovono il mercato degli NFT
Se gli NFT, cioè i certificati di autenticità digitale usati per garantire la proprietà di determinati oggetti e renderli unici, sono stati tra le cose più discusse del 2021, all’interno del mondo degli NFT le cosiddette “Bored Ape” sono state uno dei fenomeni più sorprendenti e di successo. Sono in sostanza disegni di scimmie che, come è facile intuire, sono arrivate a valere centinaia di migliaia di dollari senza una apparente ragione, bramate da schiere di entusiasti scommettitori del mondo delle criptovalute e derise dai tanti a cui, come tanta arte degli NFT, sembrano semplicemente brutte e dozzinali, e inspiegabilmente costose.
https://twitter.com/boredapebot/status/1473649804949479432
Fanno parte dei cosiddetti “collectibles”, NFT da collezione che esistono in serie limitate, e sono state realizzate all’interno di un progetto chiamato Bored Ape Yacht Club, in italiano qualcosa come “club esclusivo di scimmie annoiate”. L’NFT di ognuna delle 10mila scimmie esistenti fu venduto ad aprile per meno di 200 dollari, ma poi successe quello che succede sempre con questo genere di fenomeni: a determinarne il valore furono le successive transazioni, quelle del cosiddetto mercato secondario. In tutto hanno avuto un valore complessivo di quasi 100 milioni di dollari e oggi alcune di quelle scimmie valgono più di un milione.
Il Bored Ape Yacht Club, ha scritto il New Yorker, «è una strana combinazione tra una esclusiva comunità online, un gruppo di azionisti e un’associazione di appassionati d’arte». Le scimmie furono infatti presentate come degli alter ego digitali necessari per avere accesso al “club”. Furono vendute tutte in meno di 12 ore e poi da lì rivendute svariate volte, con prezzi diversi a seconda delle loro caratteristiche. Nell’aspetto, nella posizione e nell’abbigliamento le scimmie sono infatti tutte diverse, ma alcune sono più diverse, e valgono quindi di più (un po’ come le carte dei Pokémon).
– Leggi anche: Gli NFT, spiegati
Intervistati dal New Yorker, i due fondatori del progetto – che usano tutti pseudonimi – hanno spiegato che prima di creare il Bored Ape Yacht Club facevano lavori di tutt’altro genere: uno era editor e scrittore, l’altro «stava considerando l’ipotesi» di intraprendere studi umanistici. Si sono descritti come “nerd letterari” (hanno detto di essersi conosciuti discutendo di David Foster Wallace, in realtà non propriamente una lettura da “nerd”) e decisero di fare una serie di NFT da collezione ispirati dal successo dei CryptoPunks, esserini composti da pochi pixel che esistevano già dal 2017 ma che come tutti gli NFT sono cresciuti soprattutto durante il 2021. Le loro ambizioni però erano di fare qualcosa di più artistico e ricercato, «con un maggiore arco narrativo».
Cambiarono più volte idea su cosa fare, finché scelsero di puntare sulle scimmie annoiate, delegando la parte artistica e tecnologica ad altri e dedicandosi in prima persona all’ideazione del contesto dello “Yacht Club” virtuale, che doveva diventare il punto di incontro tra i futuri possessori di queste scimmie. Uno dei due ha attribuito la scelta delle scimmie a un gioco di parole con l’espressione “aping it” (usata nel contesto degli NFT e delle criptovalute in riferimento alla perdita di molti soldi), l’altro al fatto che «a entrambi piacciono le scimmie».
Un algoritmo generò casualmente le migliaia di scimmie, combinando a caso una serie di caratteristiche predeterminate, e chi le comprò la prima volta non poté scegliere tra una o l’altra. Ma nonostante le premesse piuttosto velleitarie e l’esecuzione tutto sommato piuttosto casuale, Bored Ape Yacht Club ha avuto un successo probabilmente unico tra i “collectibles”, a prova di quanto le fortune di tanti progetti del mondo a cui ci si riferisce come “crypto” siano aleatorie e imperscrutabili, e di quanto i gusti di chi vuole spendere i suoi soldi nella criptoarte premino generalmente prodotti che dietro non hanno una vera ricerca e elaborazione artistica. Un po’ come successo con Beeple, l’artista digitale di maggior successo al mondo, un web designer che vive in un sobborgo della South Carolina, non ha mai studiato storia dell’arte e fa illustrazioni che fanno perlopiù inorridire i critici.
– Leggi anche: Perché l’arte degli NFT è così dozzinale
Le scimmie annoiate arrivarono probabilmente al momento giusto, con il giusto prezzo: assurdo per chi non bazzica il contesto degli NFT, ma comunque abbordabile per molti che volevano investire così i loro soldi. Iniziarono così a essere vendute, comprate e rivendute per cifre sempre maggiori, e intanto possederle diventava una sorta di status symbol, prima nel mondo degli NFT, poi anche altrove: tra chi ne ha comprato uno ci sono, tra gli altri, il conduttore Jimmy Fallon e il giocatore di basket Steph Curry.
Name my ape! Drop your suggestions below 👇@BoredApeYC #BAYC #BoredApeYachtClub #NFTs pic.twitter.com/pwFynGy9QJ
— Jimmy Fallon (@jimmyfallon) November 17, 2021
Le scimmie di Bored Ape Yacht Club guadagnarono popolarità anche perché, come spesso succede con certi “collectibles”, chi le possedeva – ma poi anche chi non le possedeva, per emulazione – iniziò a usarle online come immagini di profilo, rendendole quindi di moda e conosciute.
Nel frattempo il Bored Ape Yacht Club ha offerto e sviluppato altri NFT secondari in qualche modo derivati dalle scimmie (prima dei “cani” e poi delle scimmie mutanti), ha avviato una serie di progetti paralleli al sito, ha organizzato incontri reali tra proprietari delle scimmie digitali, ha annunciato un videogioco che a quanto pare sarà riservato ai proprietari e che probabilmente genererà a sua volta altri NFT secondari.
Soprattutto, però, ha lasciato ai proprietari di ogni scimmia la libertà di sfruttarne come preferiva le opportunità commerciali. In altre parole, il possessore di una determinata scimmia può farla diventare un logo, stamparla su magliette o farla diventare protagonista di una storia, darle un nome e un’identità digitale. Di una di queste scimmie sarà pubblicata una biografia, una è finita sulla copertina di Rolling Stone, altre hanno formato una band. Così facendo, i fondatori di Bored Ape Yacht Club lasciano agli utenti diritti e libertà creative su ogni singola scimmia, beneficiando però al contempo del guadagno d’immagine e rilevanza di tutte le scimmie nel loro insieme (di recente hanno per esempio firmato un accordo con Adidas).
– Leggi anche: Da dove è sbucato Beeple