Cosa significa che l’Italia ha raggiunto i “target” del Recovery Fund
Lo ha detto Draghi nella conferenza stampa di mercoledì: è una buona notizia, ma va spiegata
Nella conferenza stampa di fine anno il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha annunciato che l’Italia ha raggiunto tutti e 51 i target previsti per il 2021 dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e concordati con la Commissione Europea.
Ci si aspettava da tempo che Draghi facesse chiarezza su questo punto. Nelle scorse settimane il governo sembrava infatti piuttosto indietro sulle prime scadenze del PNRR, fissate per il 31 dicembre 2021 e che è necessario rispettare per continuare a ottenere i fondi previsti dal Next Generation EU, chiamato anche Recovery Fund (cioè il serbatoio di fondi dell’Unione Europea per contrastare la crisi economica causata dalla pandemia).
I target di cui ha parlato Draghi sono sostanzialmente dei risultati da raggiungere. Per capire meglio di cosa si tratta va fatto però un passo indietro, e una precisazione.
Passo indietro. Il PNRR è in sostanza un elenco di progetti, divisi in sei grandi “missioni”, in cui il governo spiega nel dettaglio come intende spendere i fondi del Recovery Fund. Uno dei progetti per esempio si chiama “Fondo a sostegno dell’imprenditorialità femminile” e rientra nella missione “Inclusione e coesione”. Per ogni progetto sono descritti i tempi di spesa e di realizzazione, i vari passaggi per il completamento del progetto, le finalità da raggiungere e quali enti dello stato se ne occuperanno (ministeri, aziende pubbliche, enti locali e così via).
Un progetto viene considerato portato a termine se ha raggiunto il suo “traguardo” (detto anche milestone) e il suo “obiettivo” (target). I milestone sono indicatori di tipo qualitativo e riguardano delle pre-condizioni per raggiungere alcuni obiettivi più concreti, cioè i target, che invece sono indicatori di tipo quantitativo. Come spiega il centro studi della Camera, spesso i «milestone precedono cronologicamente i target, in quanto rappresentano delle tappe intermedie lungo il processo che porta al conseguimento del target».
Il PNRR prevedeva che entro il 31 dicembre 2021 fossero portati a termine 51 progetti fra investimenti e riforme, e altrettanti milestone e target. In realtà sono quasi tutti milestone, perché in questi mesi il governo si è dedicato soprattutto a creare la cornice normativa che permetterà in seguito di raggiungere gli obiettivi quantitativi, cioè i target.
Precisazione. Quando Draghi parla di target, insomma, usa il termine in maniera impropria: dovrebbe parlare di milestone e di target (in realtà la comunicazione del governo finora ha usato spesso il termine target per indicare entrambi i risultati, probabilmente perché più comprensibile di milestone).
I milestone e i target. Fra i milestone che il governo aveva fissato c’erano per esempio la proroga del Superbonus per l’efficientamento energetico dell’edilizia, che sarà contenuta nella imminente legge di bilancio; l’istituzione del Fondo Nazionale del Turismo, contenuto nel “decreto legge PNRR”, così come il Fondo rotativo imprese (FRI) per il sostegno alle imprese e gli investimenti di sviluppo.
Fra i pochi target previsti per il 2021 – appena 3, secondo il centro studi della Camera – c’era l’assunzione di 1.000 «esperti da impiegare per tre anni a sostegno delle amministrazioni nella gestione delle nuove procedure», la cui selezione è iniziata a fine novembre. Secondo un’analisi dell’Essenziale, a metà dicembre mancavano ancora 14 milestone, e non è chiaro come il governo li abbia raggiunti.
Tenere d’occhio i passi avanti del governo nell’attuazione del PNRR non è semplicissimo. I target e i milestone non sono pubblici: l’unico documento ufficiale che ne contiene una sintesi è un documento intitolato “Monitoraggio e stato di attuazione delle misure previste dal PNRR nel 2021” messo insieme dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, e dal ministero dell’Economia. Il documento risale a settembre e contiene soltanto alcune informazioni sui progetti da completare per il 2021, e una breve indicazione sul fatto se siano stati completati o meno.
Come fatto notare nelle scorse settimane da OpenPolis, peraltro, il sito che dovrebbe contenere dati e informazioni sul PNRR non ha informazioni aggiornate. «Su Italia Domani, che dovrebbe permettere alla società civile di monitorare lo stato di avanzamento del PNRR, non ci sono dati, non ci sono numeri, non c’è nulla», ha spiegato Federico Anghelè, direttore di The Good Lobby Italia, una ong che si occupa di trasparenza e partecipazione attiva.
Il raggiungimento dei vari milestone e target viene valutato ogni sei mesi circa dalla Commissione Europea, che poi in caso di giudizio positivo provvede a erogare i fondi previsti dal PNRR. Dopo avere ottenuto un prefinanziamento pari al 13 per cento del totale ad agosto, di circa 24,9 miliardi di euro, nelle prossime settimane la Commissione valuterà i milestone e i target raggiunti entro il 2021 dal governo, e provvederà ad erogare un’altra tranche di fondi, anche questa da circa 24 miliardi.
Dato che i milestone sono un indicatore qualitativo, possono essere interpretati con un certo margine sia dal governo sia dalla Commissione. Non si può fare altrettanto coi target, che prevedono obiettivi concreti e ben definiti. La maggior parte dei target attenderà il governo nei prossimi anni: secondo l’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica, «tre quarti dei target sono concentrati tra il quarto trimestre del 2024 e la fine del 2026».
Significa, insomma, che la fase più complessa di attuazione del PNRR deve ancora arrivare.