La Commissione Europea contro la Polonia
L'Unione ha aperto una nuova procedura di infrazione contro due sentenze della Corte Costituzionale polacca, ma difficilmente servirà a cambiare qualcosa
Mercoledì la Commissione Europea ha annunciato l’apertura di una nuova procedura di infrazione contro la Polonia, paese membro dell’Unione che negli ultimi anni è diventato sempre meno democratico e sempre più illiberale. La procedura, uno strumento che punisce la presunta violazione delle norme europee, riguarda due sentenze emesse a luglio e ad ottobre dalla Corte Costituzionale polacca, che in estrema sintesi stabiliscono che la Polonia non sarà più tenuta a riconoscere la supremazia delle leggi europee.
La procedura di infrazione aperta mercoledì è solo l’ultima di una lunga serie: al momento sono attive 193 procedure di infrazione contro la Polonia. 21 di queste riguardano la giustizia e lo stato di diritto, e sono state aperte negli ultimi quattro anni.
L’annuncio della Commissione è l’ultimo passaggio di una contesa giudiziaria che prosegue da alcuni anni. L’Unione Europea e la stragrande maggioranza degli esperti di diritto internazionale ritengono che il governo polacco abbia compromesso l’indipendenza dei tribunali e della magistratura con varie decisioni: la stessa Corte Costituzionale polacca è piena di giudici nominati direttamente dall’esecutivo e ritenuti vicini a Diritto e Giustizia, il partito di estrema destra al governo dal 2015.
Già a luglio e ottobre le sentenze della Corte Costituzionale polacca avevano fatto discutere perché di fatto non avevano precedenti: il rispetto delle norme comunitarie è considerato uno dei pilastri dell’appartenenza all’Unione Europea.
Nell’annunciare la decisione di aprire la nuova procedura di infrazione, la Commissione ha spiegato che considera le sentenze della Corte Costituzionale polacca «in violazione del principio di autonomia, supremazia, efficacia e applicazione uniforme delle leggi dell’Unione». La Commissione ha aggiunto di avere «seri dubbi sull’indipendenza e l’imparzialità della Corte Costituzionale polacca».
La procedura di infrazione può prevedere multe pecuniarie e varie limitazioni, ma è considerato uno strumento scarsamente efficace perché per arrivare fino in fondo ha bisogno dell’approvazione unanime degli altri 26 stati membri. In passato l’Ungheria, un altro paese a guida semi-autoritaria, aveva fatto sapere che si sarebbe opposto sistematicamente a qualsiasi provvedimento contro la Polonia.
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Alcuni parlamentari europei chiedono da tempo che la Commissione attivi il nuovo meccanismo, approvato nel 2020, che lega l’erogazione dei fondi europei al rispetto dello stato di diritto: un problema potenzialmente enorme per paesi come Ungheria e Polonia. La Commissione però ha spiegato che prima di attivarlo aspetterà una decisione a riguardo della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che dovrebbe arrivare nei prossimi mesi.