Che fare col pranzo di Natale

Consigli e buone pratiche per gestire i ritrovi sociali del periodo delle feste in un momento molto delicato della pandemia

(Pablo Blazquez Dominguez/Getty Images)
(Pablo Blazquez Dominguez/Getty Images)

A pochi giorni dall’inizio delle festività natalizie, in molti si chiedono come ridurre i rischi legati ai contagi da coronavirus in un periodo in cui le occasioni per incontrarsi e trascorrere del tempo insieme saranno numerose, specialmente al chiuso dove i rischi di trasmissione del virus sono più alti. Non sono dubbi del tutto nuovi, in un contesto in cui è ormai largamente condivisa l’importanza di limitare questo genere di incontri e di evitare le situazioni più affollate che potevano far parte delle tradizioni familiari natalizie prima del 2020. Ma dopo un primo Natale di pandemia trascorso in lockdown, è molto sentita l’esigenza di tornare a incontrarsi in qualche forma per le feste del 2021.

Se fino a un mese fa era diffuso un cauto ottimismo riguardo alla possibilità di organizzare più serenamente pranzi e cene tra amici e parenti, la rapida diffusione della variante omicron rimette le cose in discussione, rendendo ulteriormente giustificate preoccupazioni e prudenze. Può essere utile quindi un ripasso su quali siano le buone pratiche da seguire per ridurre il rischio di contagio nei contesti sociali a cui si deciderà di partecipare.

Vaccini
La differenza più importante rispetto allo scorso anno è data dai vaccini e dal fatto che sia completamente vaccinato circa il 78 per cento della popolazione italiana. Alla fine del 2020 la campagna vaccinale era agli albori e non c’era praticamente nessun individuo vaccinato.

In quasi un anno, i vaccini hanno mostrato di offrire un’alta protezione contro le forme gravi di COVID-19, che negli individui più a rischio possono rendere necessario il ricovero in ospedale e causare la morte. L’efficacia dei vaccini nel prevenire i contagi si è invece rivelata ridotta, ma comunque significativa nell’accorciare il periodo di tempo in cui si è contagiosi e si potrebbe quindi trasmettere il coronavirus a qualcun altro.

I vaccini hanno permesso di tenere sotto controllo l’ondata dovuta alla variante delta, mentre non è ancora completamente chiaro se riusciranno a fare da argine alla variante omicron, in rapida diffusione in molti paesi. Le ricerche sono in corso, ma dalle evidenze raccolte finora sembra che una dose di richiamo, dopo il primo ciclo vaccinale, contribuisca sensibilmente a ridurre i rischi di ammalarsi gravemente di COVID-19 anche nei casi dovuti a omicron.

Se i ritrovi tra amici e parenti avvengono tra persone vaccinate e con richiamo, o vaccinate da poche settimane, i rischi si riducono, ma non si esclude completamente la possibilità di contagio.

Tamponi
Una soluzione per mitigare ulteriormente il rischio di essere contagiosi o di venire contagiati può passare dai test rapidi (tamponi antigenici), a patto di essere consapevoli che anche queste verifiche mantengono qualche incertezza.

Se si è vaccinati ma si teme di essere positivi o se non si è vaccinati e si ha la stessa preoccupazione, può essere utile fare un antigenico poco prima di partecipare a una cena o a un pranzo di Natale o Capodanno. Il test fotografa la situazione del momento, quindi è opportuno farlo il più possibile a ridosso dell’incontro. Farlo il giorno prima potrebbe non essere sufficiente, perché in caso di contagio trascorrono di solito alcuni giorni prima che gli antigenici riescano a rilevare l’eventuale infezione.

Nel caso in cui l’incontro non sia isolato, ma faccia parte di una serie di raduni e tavolate, può essere utile ripetere il test quotidianamente per ridurre ulteriormente i rischi.

Gli antigenici sono infatti meno sensibili rispetto ai test molecolari (PCR, quelli che vengono svolti analizzando il campione in laboratorio) e sotto una certa soglia di carica virale faticano a rilevare se si è positivi o meno. Possono inoltre restituire falsi negativi e in alcuni casi falsi positivi, che devono quindi essere verificati con un test PCR.

In questi giorni le farmacie e i centri che fanno i test rapidi o molecolari sono sottoposti a una grande quantità di richieste, e potrebbe essere molto difficile prenotare un appuntamento, specialmente a ridosso del giorno di Natale e di Capodanno. Una soluzione alternativa è ricorrere ai test fai-da-te, in vendita in farmacia oppure online. Non sono difficili da fare, ma se non avete esperienza è possibile sbagliare la procedura, compromettendone l’affidabilità che già di per sé è relativa. È comunque meglio di nessun test, e in questo modo è possibile eseguire il test anche il giorno stesso del pranzo o della cena. Naturalmente, se si risulta positivi ci si deve astenere dal partecipare a cene e pranzi e ci si deve sottoporre a un test molecolare, che potrà confermare o smentire l’esito dell’antigenico.

– Leggi anche: Come funzionano i test fai da te per il coronavirus

Isolamento
Non vedere nessuno nei giorni prima di un incontro con amici e parenti può essere utile a ridurre i rischi di essere stati contagiati, ed essere a propria volta contagiosi: per avere la sicurezza massima è raccomandabile una decina di giorni, ma potrebbe essere complicato da organizzare (oltre che troppo tardi). Limitare fortemente o evitare del tutto i contatti con altre persone prima di pranzi e cene contribuisce a ridurre il rischio anche se l’arco temporale è solo di una settimana, o di quattro o cinque giorni.

È una soluzione che per alcuni potrebbe richiedere qualche sacrificio in più, ma è considerata valida soprattutto se si incontreranno poi persone a rischio come gli anziani. In questo caso è particolarmente raccomandabile evitare di partecipare nei giorni precedenti a ritrovi come feste o cene aziendali o tra amici. Dopo essersi isolati può essere inoltre utile fare comunque un tampone a ridosso dell’incontro per ulteriore precauzione.

Sintomi
Un consiglio probabilmente scontato è quello di ricordare e raccomandare agli invitati di un pranzo o una cena di evitare di partecipare se accusano sintomi tra quelli notoriamente associati al coronavirus, e quindi febbre, tosse, mal di gola, congestione nasale, alterazione del gusto e dell’olfatto.

Aria
Durante pranzi, cene e altri incontri con molte persone in casa è opportuno assicurarsi che ci sia un buon ricircolo d’aria nella stanza, in modo da ridurre la concentrazione delle particelle virali eventualmente emesse da una persona inconsapevolmente contagiosa.

Una finestra socchiusa può essere una soluzione, a patto che faccia corrente e soprattutto che venga aperta per qualche minuto ogni mezz’ora per migliorare la circolazione dell’aria. Potrebbe non essere molto agevole fare un pasto in queste condizioni, ma è sufficiente vestirsi un poco più pesanti e non avere il timore di chiedere ai padroni di casa di aprire ogni tanto le finestre.

L’impiego di un purificatore d’aria può contribuire a ridurre i rischi, a patto che il dispositivo sia potente a sufficienza (rispetto alla metratura della stanza) e che utilizzi filtri HEPA, che si sono dimostrati utili nel ridurre la circolazione delle particelle virali.

Mascherine
Se usate correttamente, coprendo naso e bocca, le mascherine possono aiutare a ridurre il rischio di contagio specialmente al chiuso e quando non è possibile praticare il distanziamento fisico. In quasi due anni di pandemia, varie ricerche hanno rilevato una maggiore efficacia dei modelli FFP2 rispetto alle mascherine di tessuto o a quelle “chirurgiche”.

Utilizzare le mascherine durante un pasto in compagnia non è molto praticabile, ma nel caso di altre attività indossare la mascherina potrebbe comunque rivelarsi utile se combinata ad altre buone pratiche come cambiare frequentemente l’aria.

Quantità
Come era già emerso da studi e simulazioni lo scorso anno, sarebbe opportuno non trascorrere troppo tempo in luoghi al chiuso molto affollati, dove aumenta il rischio di contagio nel caso in cui ci siano uno o più individui positivi e non si può praticare facilmente il distanziamento fisico.

Ridurre il numero degli ospiti, se necessario escludendo quelli che potrebbero essere più a rischio, rispetto alle solite tavolate potrebbe rivelarsi utile, anche se comporta rinunce e magari qualche imbarazzo tra amici e familiari.

Aperto
Se il tempo lo consente, si possono privilegiare attività all’aperto rispetto a quelle al chiuso. In molti casi ciò implica rinunciare a un pranzo o a una cena in compagnia, ma mantiene comunque la possibilità di vedersi e di trascorrere un po’ di tempo insieme con minori preoccupazioni.

Ristoranti e locali
Da alcuni giorni circolano su giornali anticipazioni, indiscrezioni e smentite su nuove limitazioni che potrebbe presto adottare il governo, sia nei confronti dei non vaccinati sia di chi ha ricevuto il vaccino. Al momento non c’è nulla di ufficiale e appare improbabile che il governo decida di fissare regole rigide per i ritrovi casalinghi durante le feste. Potrebbero essere invece introdotte nuove regole per i ristoranti e altri locali, dove molte più persone trascorrono diverse ore senza mascherina e in stretto contatto con tutti i rischi che ne conseguono.