La Danimarca pagherà il Kosovo per ospitare decine di carcerati
Grazie a un accordo firmato ieri dai governi dei due paesi, molto criticato anche perché coinvolge solo i detenuti stranieri
Lunedì i ministri della Giustizia della Danimarca e del Kosovo, Nick Haekkerup e Albulena Haxhiu, hanno firmato un accordo con cui la Danimarca affitterà 300 celle in una prigione del Kosovo per ospitare altrettanti carcerati che attualmente si trovano nelle carceri danesi. L’accordo, molto criticato dagli attivisti per i diritti umani, dovrà ora essere approvato dai parlamenti dei due paesi. Non è il primo di questo tipo in Europa: era già successo nel 2015, quando la Norvegia aveva affittato alcune celle di una prigione dei Paesi Bassi, ma si tratta comunque di un accordo piuttosto raro nel suo genere.
L’accordo tra Kosovo e Danimarca avrà una durata di dieci anni, e le 300 celle in questione verranno affittate per 210 milioni di euro in una prigone di Gjilan, a circa 50 chilometri a sudest di Pristina, la capitale del Kosovo.
Ad essere trasferiti in Kosovo saranno 300 cittadini stranieri che erano stati condannati in Danimarca e che dovranno ritornare nel proprio paese dopo aver scontato la loro pena. La decisione di trasferire solo gli stranieri non è sorprendente: la Danimarca aveva già preso decisioni simili e, più in generale, adottato provvedimenti duri e controversi nei confronti dei migranti.
L’accordo conviene a entrambi i paesi: per la Danimarca fa parte di una più ampia serie di iniziative per riformare il proprio sistema penitenziario e, soprattutto, risolvere il problema delle carceri sovraffollate. Il ministro della giustizia danese ha detto che i negoziati col Kosovo andavano avanti da circa un anno, e che l’accordo, sostenuto sia dal centrosinistra sia del centrodestra, servirà a liberare spazio per poter ospitare altri carcerati. «Dovete immaginare [la prigione di Gjilan] – ha detto Haekkerup – come una prigione danese, solo che si trova in un altro paese».
Da parte sua il Kosovo, uno dei paesi più poveri del continente europeo, riceverà un’ingente somma di denaro, parte della quale (circa 60 milioni di euro) verrà destinata a nuovi investimenti sulle energie rinnovabili, dato che ad oggi il Kosovo è ancora molto dipendente dalle centrali a carbone.
Per il Kosovo c’è anche un beneficio più simbolico, legato al fatto di essere stato scelto come partner da uno dei paesi più ricchi dell’Unione Europea: la ministra della Giustizia del Kosovo ha detto che l’accordo è un importante «riconoscimento del Kosovo e delle sue istituzioni». Il Kosovo, tra l’altro, è governato dall’inizio di quest’anno da Albin Kurti, del partito di sinistra Vetëvendosje, Autodeterminazione, uno dei cui obiettivi è di far entrare il Kosovo nell’Unione Europea (la questione dell’entrata del Kosovo nell’Unione è una questione complessa che va avanti da diversi anni).
L’accordo tra Danimarca e Kosovo – sarà sottoposto ai parlamenti di entrambi i paesi all’inizio del 2022 – è stato comunque criticato dagli attivisti per i diritti umani: Fatmira Haliti del QKRMT (Centro kosovaro per la riabilitazione delle vittime di tortura), un’ong che si occupa di diritti umani, ha detto che non risolverà il problema del sovraffollamento, ma lo trasferirà semplicemente da un’altra parte, in prigioni le cui condizioni sono tra l’altro molto peggiori di quelle delle prigioni danesi. Secondo una stima di Associated Press il sistema penitenziario kosovaro ha una capacità di duemila persone, e al momento ha liberi circa 400 posti.