Cosa fare se hai avuto contatti con un positivo
Una guida che può tornare utile in questi giorni, con le indicazioni decise dal ministero della Salute
La diffusione della variante omicron del coronavirus sta provocando un significativo aumento dei casi in tutta Europa, anche in Italia, e sempre più persone si trovano nella condizione di avere avuto contatti con una persona risultata positiva. Le cose da fare in questo caso dipendono dal tipo di contatto.
Versione breve. Se il contatto è stato di basso rischio, ovvero di brevissima durata come nei casi indicati qui, non si è tenuti a fare nulla. Se il contatto è stato prolungato, e quindi siete dei cosiddetti “contatti stretti”, le norme in vigore al momento prevedono una quarantena di almeno 7 giorni per chi abbia ricevuto la seconda dose del ciclo vaccinale da almeno 14 giorni, e 10 giorni per tutti gli altri. L’ultima circolare in merito del ministero della Salute è del 13 agosto 2021 e si può leggere qui.
Versione lunga. Per capire le categorie stabilite dal ministero della Salute è fondamentale il concetto di contatto stretto: significa una interazione prolungata – per esempio quella di due persone che vivono insieme – oppure breve ma significativa, come una conversazione di almeno un quarto d’ora senza mascherina, oppure un’interazione che abbia previsto una stretta di mano. Qui c’è un elenco di tutte le situazioni che secondo il ministero causano un contatto stretto.
Da qualche mese il ministero della Salute ha introdotto la categoria del “contatto a basso rischio”: comprende per esempio chi ha avuto una conversazione inferiore ai 15 minuti con un caso positivo, o si è trovato nella stessa stanza con lui o lei per pochi minuti. Sono inclusi anche i passeggeri di un volo in cui è risultato poi presente un passeggero positivo, tranne quelli seduti «entro due posti in qualsiasi direzione», dei suoi compagni di viaggio e del personale.
Al momento le norme non prevedono nessun comportamento particolare per chi è un “contatto a basso rischio”, né test né quarantene, se si è asintomatici. Non vale nel rarissimo caso in cui siano soddisfatte contemporaneamente due condizioni: la prima è che il “contatto a basso rischio” non abbia completato il ciclo di vaccinazione da almeno 14 giorni; la seconda è che alla persona di cui è stato contatto sia stata rilevata la presenza della variante beta tramite sequenziamento.
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Un altro concetto fondamentale per capire cosa fare è quello di quarantena: secondo il ministero, la quarantena prevede una «restrizione dei movimenti», cioè in sostanza di rimanere a casa propria senza incontrare altre persone, per «monitorare l’eventuale comparsa di sintomi». Nel caso questi compaiano, bisogna contattare il proprio medico di medicina generale: per “vaccinato” si intende chi ha ricevuto la seconda dose del ciclo vaccinale, o quella unica di Johnson&Johnson.
Cosa fare in caso di contatto stretto di una persona che forse è positiva
Sta alla sensibilità di ciascuno: per rientrare nei casi previsti dalle norme ufficiali bisogna aspettare l’esito del test – antigenico o molecolare – della persona sospetta di essere un caso positivo.
Cosa fare in caso di contatto stretto di una persona positiva, da vaccinato o vaccinata
Per vaccinato o vaccinata si intende chi ha ricevuto due dosi del vaccino AstraZeneca, Pfizer o Moderna, o una dose del vaccino Johnson & Johnson, da almeno 14 giorni.
In questo caso la persona che ha avuto un contatto stretto con un caso positivo deve mettersi in quarantena e avvisare il proprio medico di medicina generale, che secondo l’iter previsto dal ministero «avviserà o fornirà tutte le indicazioni per contattare il Dipartimento di prevenzione della ASL o ATS competente per territorio che disporrà la quarantena e la sorveglianza» che dovrà durare almeno sette giorni. In sostanza, significa che la persona deve isolarsi e avvertire il proprio medico: sarà lui a indicare i passi successivi, e ad avviare la pratica per chiedere i giorni di riposo per malattia.
Le persone in questa condizione possono uscire dalla quarantena a partire dal settimo giorno dall’ultimo contatto con la persona positiva, dopo un test rapido o molecolare negativo. Nella circolare del 13 agosto, il ministero della Salute aggiunge che si può uscire dalla quarantena 14 giorni dopo l’ultima esposizione senza fare il tampone, a patto ovviamente di non avere sintomi.
È prevista un’unica eccezione per gli operatori sanitari che hanno completato un ciclo vaccinale da almeno 14 giorni: se hanno avuto un contatto stretto non finiscono in quarantena ma dovranno sottoporsi alla sorveglianza attiva, cioè comunicare giornalmente il proprio stato di salute a un altro operatore sanitario.
Cosa fare in caso di contatto stretto di una persona positiva, da non vaccinato (oppure da persona che ha finito il ciclo vaccinale da meno di 14 giorni)
Valgono tutte le indicazioni previste per le persone che hanno completato il ciclo vaccinale: bisogna mettersi in quarantena e avvisare il proprio medico. Cambia la durata della quarantena, che deve durare un minimo di dieci giorni dall’ultimo contatto con la persona positiva. A partire dal decimo giorno si può uscire dalla quarantena, a patto di non avere sintomi e di risultate negativi a un test antigenico o molecolare.
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