L’Europa si sta richiudendo
Diversi governi stanno adottando nuove restrizioni e sta diventando sempre più difficile spostarsi da un paese all'altro
Nell’ultima settimana diversi paesi europei hanno adottato nuove restrizioni per limitare la pandemia, e in particolare per contrastare la diffusione della variante omicron: alcuni, come l’Italia, hanno reintrodotto l’obbligo di presentare un test COVID-19 negativo per chi proviene da un altro stato membro dell’Unione Europea, quando prima era sufficiente mostrare il Green Pass; altri, come i Paesi Bassi, hanno imposto un lockdown parziale; altri ancora hanno cancellato i grandi eventi che erano stati programmati per le feste di Natale.
Paesi Bassi
Il governo dei Paesi Bassi ha imposto un lockdown che è cominciato domenica 19 dicembre e sarà in vigore almeno fino a venerdì 14 gennaio. Le scuole resteranno chiuse, così come i negozi non essenziali, tra cui bar, palestre e parrucchieri; le attività essenziali, come farmacie e supermercati, potranno rimanere aperte solo fino alle 20.
Nell’ambito delle nuove misure restrittive, le persone sono invitate a rimanere in casa il più possibile e ci sono limitazioni alle visite. Nei ritrovi in casa sono ammessi al massimo due ospiti, di età pari o superiore a 13 anni; durante il periodo delle festività natalizie (dal 24 al 26 dicembre, il 31 dicembre e il primo gennaio) il numero massimo delle persone salirà a quattro. Non sono consentiti eventi che possano creare assembramenti a eccezione dei mercati che vendono generi alimentari, degli eventi sportivi professionistici, che saranno senza spettatori, e dei funerali.
Germania
Da lunedì 20 dicembre in Germania sono entrati in vigore obblighi rafforzati per le persone che arrivano dal Regno Unito, considerato un paese ad alto rischio epidemiologico per la grande circolazione della variante omicron. Per almeno 14 giorni, possono rientrare in Germania dal Regno Unito solo i cittadini tedeschi e i residenti in Germania (quindi non i turisti), ma con l’obbligo di presentare un test con risultato negativo e in ogni caso sottoponendosi a una quarantena di 15 giorni, anche i vaccinati.
Il governo tedesco ha inoltre rafforzato le restrizioni relative agli spostamenti dei viaggiatori che provengono da altri paesi. Chi arriva da Francia e Danimarca e non è vaccinato, guarito o non ha completato il ciclo di vaccinazione, per esempio, deve stare in quarantena per 10 giorni: l’isolamento potrà essere interrotto dopo cinque giorni con un tampone molecolare negativo.
Francia
Anche il governo francese ha imposto nuove restrizioni sugli spostamenti delle persone provenienti dal Regno Unito, che possono viaggiare verso la Francia soltanto per motivi essenziali. Chi deve andare in Francia e parte dal Regno Unito deve effettuare un tampone molecolare o un test antigenico entro 24 ore dalla partenza e stare in quarantena per una settimana (o per due giorni, se dopo l’arrivo nel paese si risulta negativi a un ulteriore test). Nel frattempo, l’amministrazione locale di Parigi ha annunciato di aver vietato i fuochi d’artificio e le tradizionali celebrazioni previste in centro città per il 31 dicembre.
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Austria
Venerdì il ministro della Salute austriaco Wolfgang Mueckstein ha detto che il lockdown precedentemente imposto alle persone non vaccinate sarà allentato tra il 24 e il 26 dicembre e per le feste di capodanno. In quei giorni, le persone non vaccinate, che ora possono uscire di casa solo per motivi di lavoro o ragioni essenziali, potranno incontrarsi in gruppi di massimo 10 persone (quelle vaccinate o appena guarite in gruppi da 25).
Il lockdown per le persone non vaccinate era stato annunciato martedì scorso dal nuovo cancelliere austriaco Karl Nehammer, che aveva esteso solo per loro quello introdotto da fine novembre al 13 dicembre per tutta la popolazione. Da lunedì 20 dicembre inoltre chi entra in Austria e non è vaccinato contro il coronavirus o non è guarito dal COVID-19 deve mettersi in quarantena per 10 giorni: come accade in Germania, l’isolamento può essere interrotto con un tampone negativo dopo cinque giorni.
Regno Unito
Nell’ultima settimana i casi giornalieri di contagio accertati nel Regno Unito sono cresciuti fino a superare più volte il numero più alto registrato dall’inizio della pandemia.
Attualmente in Inghilterra sono in vigore le restrizioni conosciute come “Piano B”, che dallo scorso 10 dicembre prevedono l’obbligo di indossare la mascherina nella maggior parte dei luoghi pubblici e di esibire un “Covid pass” per alcuni eventi. La Scozia invece ha chiesto ai propri cittadini di limitare le riunioni a un massimo di tre nuclei familiari nel periodo delle festività. Il ministro della Salute britannico, Sajid Javid, non ha comunque escluso di poter introdurre nuove restrizioni a breve per contenere la diffusione della variante omicron, che è diventata quella dominante in circolazione sia in Inghilterra che in Scozia.
Intanto, a causa della grande circolazione della variante in città, il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha dichiarato un «major incident», cioè una procedura straordinaria che prevede un coordinamento speciale tra i vari sistemi di emergenza cittadini.
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Altri paesi
Secondo il comitato nazionale irlandese che si occupa dell’emergenza coronavirus, la variante omicron è diventata quella dominante anche in Irlanda: come annunciato venerdì dal primo ministro irlandese Michael Martin, da domenica pub e ristoranti devono chiudere entro le 20 e sempre dopo le 20 sono vietati gli eventi al chiuso. È stata inoltre ridotta la capienza dei grandi eventi all’aperto.
Da lunedì invece in Svizzera molti luoghi pubblici, tra cui ristoranti, bar e strutture sportive, sono accessibili soltanto alle persone che hanno completato il ciclo di vaccinazione o sono guarite dopo aver contratto il COVID-19. Anche in Svizzera è stato ridotto il numero delle persone che si possono ritrovare nei luoghi privati: 30 persone sopra i 16 anni, se sono tutte vaccinate, oppure 10, se al raduno sono presenti anche persone non vaccinate o non guarite di recente.
In Danimarca, ha detto la prima ministra Mette Frederiksen, «non ci sarà un lockdown di tutta la società come quello dell’anno scorso», ma in ogni caso cinema, teatri, musei e ristoranti resteranno chiusi dopo le 23. Mercoledì in Spagna il primo ministro Pedro Sánchez incontrerà i presidenti delle varie comunità per stabilire eventuali linee guida comuni da applicare nei prossimi giorni, specialmente per capodanno. La presidente della comunità autonoma di Madrid, la conservatrice Isabel Díaz Ayuso nota per avere imposto in passato limitazioni più blande che in molte altre città spagnole, ha stimato un consistente aumento dei contagi, ma per ora non ha previsto ulteriori misure restrittive.
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