Il governo ha proposto di far pagare a rate le bollette di luce e gas
La misura è stata inserita in un emendamento alla legge di bilancio, per contrastare l'aumento del prezzo dell’energia
Il governo ha presentato un emendamento alla legge di bilancio per consentire alle famiglie di pagare in dieci rate e senza interessi le bollette di luce e gas dei prossimi quattro mesi, da gennaio ad aprile 2022. L’emendamento è stato presentato in Commissione Bilancio al Senato, dove sarà discusso nei prossimi giorni, per cercare di contenere il significativo aumento del prezzo dell’energia previsto a gennaio.
La rateizzazione non sarà automatica: se una famiglia, una piccola azienda o un’attività artigianale non pagherà in tempo una bolletta emessa tra l’1 gennaio e il 30 aprile 2022, il venditore dovrà offrire, nella prima comunicazione di sollecito, un piano di rientro con rate di 10 mesi senza interessi.
Le modalità operative saranno decise da ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, chiamata anche a definire come sarà assegnata una quota di fondi in anticipo ai venditori: potranno accedere a questa possibilità le aziende per le quali la rateizzazione riguarderà più del 3 per cento degli aventi diritto. Il governo ha anche previsto di stanziare un miliardo di euro per compensare i mancati interessi riscossi dalle aziende che vendono l’energia.
Altri 1,8 miliardi messi a disposizione dal governo serviranno ad azzerare i cosiddetti oneri di sistema delle bollette per l’energia elettrica, cioè le tasse pagate in bolletta prevalentemente per finanziare gli incentivi per il passaggio alle fonti rinnovabili. Altri 480 milioni serviranno a coprire la mancata riscossione degli stessi oneri nella bolletta del gas. Tra le altre cose, il governo ha proposto di ridurre l’IVA al 5 per cento sia per l’energia consumata nelle case che nelle aziende, con una perdita di gettito stimata in 608 milioni. Altri 912 milioni saranno utilizzati invece per il bonus sociale, lo sconto in bolletta per le famiglie in difficoltà, per limitare l’impatto degli aumenti.
La necessità di investire più soldi pubblici per limitare l’aumento delle bollette energetiche era uno dei motivi di scontro tra il governo e i sindacati che nel proclamare lo sciopero generale del 16 dicembre avevano giudicato “insoddisfacenti” le proposte del governo.