La Premier League inglese rischia di fermarsi
Lo vorrebbero alcune squadre e allenatori, dopo il rinvio di nove partite in cinque giorni per l'aumento delle positività al coronavirus tra i giocatori
Giovedì la Premier League, la prima divisione del campionato di calcio inglese, ha rinviato altre quattro partite in programma questo weekend per l’aumentare delle positività al coronavirus all’interno dei club. Ora le partite posticipate nell’ultima settimana sono diventate nove, e c’è chi chiede che tutta la diciottesima giornata in programma nel fine settimana venga rinviata per non rischiare di restare completamente bloccati nel periodo più fitto della stagione.
La scorsa settimana era stato il Tottenham di Antonio Conte a segnalare un primo focolaio di nove positivi tra calciatori e dipendenti. In seguito il club aveva deciso di chiudere il suo centro sportivo e da lì le sue partite contro il Rennes in Conference League (9 dicembre) e poi in Premier contro Brighton (12 dicembre) e Leicester (16 dicembre) erano state rinviate una dopo l’altra.
Nel frattempo i casi sono aumentati, anche altrove. Nei test effettuati su 3.805 tesserati tra il 6 e il 12 dicembre, in 42 sono risultati positivi e il loro numero sta aumentando. Nel Brentford c’è un focolaio e la società ha dovuto chiudere tutte le sue strutture; il Watford di Claudio Ranieri non ha abbastanza giocatori per presentarsi alle partite, così come il Norwich City, il Leicester e il Manchester United del nuovo allenatore Ralf Rangnick, rimasto con soli sette giocatori disponibili.
Conte ha detto che «la situazione è seria», mentre l’allenatore del Brentford, Thomas Frank, è stato uno di quelli che hanno proposto con più insistenza il rinvio dell’intera giornata di campionato in via precauzionale, per timore che giocare altre partite possa aumentare il numero di positivi, cosa che effettivamente sta succedendo. Il Liverpool, per esempio, ha giocato giovedì sera contro il Newcastle senza tre giocatori (Fabinho, Curtis Jones e Virgil van Dijk) ritenuti sospetti positivi ed esclusi dai convocati all’ultimo minuto.
La Premier League ha risposto che continuerà a valutare la situazione caso per caso. Delle dieci partite di campionato in programma in questi giorni, se ne dovrebbero giocare quindi cinque, ma con timori soprattutto per Newcastle-Manchester City e Tottenham-Liverpool di domenica. Oggi la stampa inglese scrive però che lunedì i dirigenti dovrebbero riunirsi per discutere la possibile sospensione del campionato durante le festività. Intanto l’allenatore dell’Arsenal, Mikel Arteta, ha chiesto più chiarezza da parte della lega, mentre Eddie Howe, del Newcastle, ha detto: «Quando inizi a perdere giocatori, la preoccupazione è che la competizione diventi un po’ ingiusta e credo che nessuno lo desideri».
Il protocollo sanitario della Premier League permette la riorganizzazione o il rinvio di una partita di campionato solo in “circostanze eccezionali”. Il rinvio viene concesso se un club ha meno di 14 giocatori disponibili, se lo stato di un focolaio all’interno di una squadra preoccupa particolarmente e se i giocatori hanno avuto o meno la possibilità di preparare in sicurezza la partita da giocare.
Mercoledì scorso in tutto il Regno Unito sono stati registrati 78.610 casi giornalieri di coronavirus, il numero più alto dall’inizio della pandemia. Il precedente record era stato registrato quasi un anno prima (l’8 gennaio, con 68.053 casi). Uno dei consulenti sanitari del governo, Chris Whitty, ha spiegato di recente che nelle prossime settimane si registreranno verosimilmente dati ancora più alti in tutto il paese, a causa dell’ampia diffusione delle varianti omicron e delta del coronavirus.
Questa situazione di emergenza arriva in uno dei periodi più fitti e caratteristici per la Premier League, quello natalizio, dove il campionato più seguito al mondo raggiunge il picco di ascolti stagionali. Da oggi al 3 gennaio (meno di tre settimane) si dovrebbero disputare infatti quattro giornate, compreso il boxing day del 26 dicembre, con nove partite in programma nello stesso giorno trasmesse in tutto il mondo.