La Salernitana ora è un bel problema
Il trust che gestisce la seconda squadra di calcio di Lotito non trova acquirenti e la scadenza per la vendita si avvicina: servirà probabilmente una nuova proroga
C’è una squadra tra le venti di Serie A, la Salernitana, che entro il 31 dicembre deve trovare un nuovo proprietario che acquisti il 100 per cento delle sue quote. Se non succederà, come ha anticipato in questi giorni il club, che dice di non trovare acquirenti validi, rischia penalizzazioni e perfino l’estromissione a stagione in corso.
L’esclusione è una soluzione che vorrebbero evitare tutti, per i danni che provocherebbe alla regolarità e all’immagine del campionato. E infatti nell’assemblea della Serie A riunita giovedì a Milano per altri motivi, i club si sono trovati d’accordo nel concedere altro tempo per la vendita, almeno fino al termine della stagione. La loro però è ancora una proposta e dovrà essere votata dalla FIGC, l’organo di governo del calcio italiano, che segue il caso dall’inizio.
Il 31 dicembre era infatti il termine fissato la scorsa estate dalla FIGC al momento dell’ammissione della Salernitana in Serie A, dopo la promozione ottenuta sul campo a maggio. Il problema allora era rappresentato dalla proprietà, composta dagli imprenditori romani Claudio Lotito (attraverso il figlio Enrico, intestatario) e Marco Mezzaroma: uno già proprietario della Lazio, l’altro suo cognato.
I due erano stati obbligati a vendere perché le norme della FIGC impediscono che due o più squadre sotto la stessa proprietà partecipino allo stesso “ambito sportivo”, e quindi a maggior ragione allo stesso campionato, come sarebbe successo con Lazio e Salernitana. Le norme vietano inoltre che la figura già proprietaria di una squadra passi le sue quote a un parente: questo aveva escluso da ogni ruolo Mezzaroma, il figlio di Lotito e ogni altro componente delle loro famiglie entro il quarto grado di parentela.
Nelle stagioni precedenti Lotito e Mezzaroma avevano controllato la Salernitana grazie a una deroga concessa a suo tempo ai club di rilevanza storica per potersi riprendere più facilmente dai fallimenti. Ma una volta arrivati in Serie A, la deroga non poteva più essere concessa e nel giro di poche settimane, tra la promozione dalla Serie B e l’ammissione alla Serie A, la Salernitana avrebbe dovuto cambiare proprietà.
La prima scadenza al 25 giugno non era stata però rispettata per mancanza di acquirenti. Per non vedere estromessa la squadra dalla Serie A, i due proprietari avevano quindi trasferito le loro quote a una società fiduciaria appositamente creata (un trust). La FIGC però aveva bocciato la proposta dopo aver giudicato il trust non abbastanza indipendente dalla proprietà, soprattutto dal punto di vista economico.
Entro la seconda scadenza, fissata al 28 giugno, Lotito e Mezzaroma avevano infine corretto le modalità del trust con il benestare della FIGC, che aveva quindi ammesso la squadra in Serie A a patto che il trust la vendesse per conto dei proprietari entro il 31 dicembre. Ancora una volta questo non sembra destinato a succedere, ha anticipato lo stesso club. Gli attuali amministratori della Salernitana hanno spiegato di aver accolto tutte le offerte arrivate, ma di non averne trovata nemmeno una in grado di soddisfare le garanzie richieste.
Gli altri diciannove club di Serie A, per evitare di delegittimare il campionato, hanno chiarito la loro disponibilità a concedere altro tempo al trust. Attualmente la Salernitana è ultima in classifica con 13 sconfitte in 17 partite. Il prossimo 21 dicembre il Consiglio federale della FIGC si riunirà per valutare o meno la possibilità di concedere una nuova proroga.