Il governo ha prorogato lo stato di emergenza
Proseguirà fino al prossimo 31 marzo con le regole applicate finora e la possibilità di introdurne di nuove, nel caso di un peggioramento della pandemia
Il governo ha deciso di prorogare lo stato di emergenza per la pandemia da coronavirus di tre mesi, fino al 31 marzo del 2022. Era stato dichiarato per la prima volta il 31 gennaio del 2020 per garantire maggiore tempestività e flessibilità nell’approvazione e nell’applicazione delle limitazioni e in generale delle norme sanitarie per contenere i contagi e – dopo tre proroghe di sei mesi – sarebbe scaduto il 31 dicembre. Dato che come strumento giuridico lo stato di emergenza può avere una durata massima di 24 mesi, e quindi fino al 31 gennaio 2022, il governo ha dovuto provvedere a una legge apposita che dovrà essere poi votata dal Parlamento.
In questi giorni si erano fatte varie ipotesi su quello che avrebbe potuto decidere il governo per lo stato di emergenza: avrebbe potuto prorogare lo stato di emergenza di un solo mese, o non prorogarlo affatto. Quest’ultima strada avrebbe però necessitato dell’approvazione di una legge per spostare la struttura commissariale sotto la Protezione Civile, che avrebbe quindi assorbito gli enti creati all’inizio della pandemia, “normalizzandoli”.
La decisione è stata assunta dopo che negli ultimi giorni tutti i partiti della maggioranza si erano detti a favore, compresa la Lega di Matteo Salvini, che nelle scorse settimane si era mostrata molto prudente sul tema (in passato era stata apertamente critica). L’unico partito contrario alla proroga è Fratelli d’Italia, all’opposizione.
La proroga riguarda anche i congedi parentali al 50 per cento per i genitori i cui figli sono in quarantena e lo smart working per i lavoratori fragili.
Non è stata invece presa una decisione sull’uso delle mascherine all’aperto in ogni circostanza, dopo che erano circolate ipotesi in tal senso nei giorni scorsi.
Francesco Paolo Figliuolo rimane commissario per l’emergenza coronavirus, ma è stato anche nominato alla guida del Comando operativo di vertice interforze.
Lo stato di emergenza è uno strumento giuridico che viene usato di frequente, soprattutto per gestire disastri naturali locali: era stato introdotto per la prima volta dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
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Fin dai primi giorni di epidemia aveva permesso al governo di emanare le misure che definivano lockdown e altre limitazioni senza che fosse necessaria l’approvazione delle camere e sfruttando i decreti del presidente del Consiglio (i DPCM); aveva garantito poteri speciali al Capo della Protezione Civile, specialmente per quanto riguarda l’autonomia nell’approvvigionamento di materiale legato al contenimento dell’emergenza; aveva consentito modalità più agili per l’assegnazione degli appalti, e coperture economiche speciali per gli stanziamenti legati all’epidemia, come quelli per aumentare i posti letto delle terapie intensive.
Sempre sfruttando lo stato di emergenza erano state modificate le modalità di accesso allo smart working, ed erano e sono tuttora decisi i blocchi ai voli e agli ingressi da determinati paesi a seconda dei casi.
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