Putin ha detto che per un periodo ha fatto il tassista
Subito dopo il crollo dell'Unione Sovietica, in un momento in cui le cose andavano male perfino per lui
Nel corso di un’intervista pubblicata domenica, il presidente russo Vladimir Putin ha detto che nel periodo successivo al crollo dell’Unione Sovietica, e dunque nei primi anni Novanta, per un periodo lavorò come «autista privato» per integrare lo stipendio. In quel periodo, la Russia si trovava in uno stato di grave crisi economica, e lo stesso Putin, a detta sua, ne avrebbe risentito:
A volte dovevo guadagnare soldi extra. Cioè, soldi extra tramite l’auto, come autista privato. A essere onesti non è piacevole parlarne, ma purtroppo le cose andavano così.
L’Unione Sovietica crollò nel 1991. In quello stesso anno Putin, un agente del KGB, i servizi d’intelligence russi, si dimise dal suo incarico e cominciò a lavorare negli uffici del sindaco di Leningrado (oggi San Pietroburgo) come consulente per gli affari internazionali. In quegli anni, le condizioni economiche della Russia erano molto fragili, moltissime persone finirono sotto la soglia di povertà e l’amministrazione pubblica si trovò in uno stato di dissesto. Non è improbabile dunque che Putin cercasse modi per integrare lo stipendio.
Come ha scritto la BBC, in quel periodo in Russia i taxi erano molto rari, e capitava spesso che cittadini privati dessero passaggi ad altre persone per guadagnare qualcosa.
La carriera di Putin, comunque, sarebbe avanzata molto velocemente: nel 1998 era già capo dell’FSB, cioè i servizi d’intelligence che succedettero al KGB; appena un anno dopo, fu nominato primo ministro dalla Duma, il parlamento russo.
La dichiarazione di Putin è stata pubblicata dall’agenzia stampa di stato RIA Novosti, e costituisce l’estratto di un’ampia intervista fatta per un documentario intitolato Russia. Storia recente. Nel documentario, fra le altre cose, Putin dice che il crollo dell’Unione Sovietica fu una «tragedia», e che l’indipendenza dei vari territori al tempo sotto l’influenza sovietica costituì «la disintegrazione della Russia storica». In precedenza, Putin aveva detto che il crollo dell’Unione Sovietica fu «il più grande disastro geopolitico del Ventesimo secolo».