La condanna dell’ex ministra per l’Immigrazione danese
Inger Stoejberg è stata giudicata colpevole di aver separato forzatamente 23 coppie di rifugiati sposate
La Corte Suprema della Danimarca ha condannato a 60 giorni di carcere l’ex ministra per l’Immigrazione e l’Integrazione Inger Stoejberg, giudicata colpevole di aver separato forzatamente più di venti giovani coppie di rifugiati o richiedenti asilo sposate, nel 2016. La sentenza potrebbe compromettere la carriera politica di Stoejberg, che ha 48 anni ed era una delle favorite per essere nominata leader del Venstre, partito di orientamento liberale, ed è arrivata in seguito a un raro e storico processo per la richiesta di rimozione dall’incarico di un funzionario politico danese, il primo negli ultimi trent’anni e il sesto nella storia della Danimarca.
Stoejberg era stata ministra dal 2015 al 2019, durante il governo liberale del primo ministro Lars Løkke Rasmussen, appoggiato dal Partito del Popolo Danese, di destra e con posizioni radicali in tema di immigrazione. Durante il suo mandato, Stoejberg aveva adottato politiche molto dure sull’immigrazione e aveva introdotto varie nuove restrizioni per i richiedenti asilo e i rifugiati. Tra queste c’era anche quella, entrata in vigore nel febbraio del 2016, che aveva costretto 23 coppie di minorenni, sposati, a vivere separatamente. La norma fu cancellata alcuni mesi dopo. Costrinse a rimanere separata da suo marito anche una donna di 17 anni allora incinta.
Lo scorso febbraio Stojeberg si era dimessa dal ruolo di vice leader del Venstre dopo che alcuni deputati del partito avevano votato in favore del suo impeachment. Aveva comunque respinto le accuse a suo carico, sostenendo che la norma avrebbe protetto le ragazze minorenni dai matrimoni avvenuti prima dell’età adulta. Attualmente è una deputata indipendente del Parlamento danese, che ora dovrà votare per decidere se potrà continuare a farne parte.
Tra le altre controverse norme sull’immigrazione introdotte durante il suo mandato, c’era anche quella sulla confisca dei beni ai migranti, costretti a lasciare allo stato i beni e i gioielli che valevano più di 1.300 euro per contribuire alle proprie spese di mantenimento e a quelle burocratiche per la richiesta di asilo.
– Leggi anche: La Danimarca vuole mandare via i rifugiati siriani