L’enorme risarcimento che St. Louis riceverà per aver perso la sua squadra di football
Per terminare una causa iniziata quattro anni fa con il trasferimento dei Rams a Los Angeles, la NFL pagherà alla città quasi 1 miliardo di dollari
La National Football League (NFL) ha accettato di pagare 790 milioni di dollari alla città di St. Louis come risarcimento per il trasferimento della sua squadra di football a Los Angeles. La disputa andava avanti da quattro anni e la NFL ha deciso di concluderla con un accordo tra le parti prima di andare a processo, nonostante avesse cercato in tutti i modi di evitarlo per non creare un precedente che d’ora in avanti potrebbe far nascere altri casi simili.
Il trasferimento delle squadre professionistiche da una città a un’altra è una prassi nello sport americano. I campionati sono infatti a numero chiuso e le squadre, almeno giuridicamente, sono più legate al campionato di appartenenza che ai luoghi in cui hanno sede. Solitamente la proprietà di una squadra decide di trasferirsi se ha bisogno di rifondarla, se cerca un pubblico più ampio o se incontra difficoltà nella costruzione di nuove strutture. Tutte le grandi città americane sprovviste di squadre professionistiche, e con i requisiti adatti, non aspettano altro che averne una, per i benefici economici e d’immagine che queste portano con sé.
Il caso degli ex St. Louis Rams è uno dei più recenti ed emblematici. Nella causa intentata dopo il trasferimento a Los Angeles, l’amministrazione cittadina aveva denunciato la condotta irregolare della NFL, che anni prima aveva invitato a predisporre i piani per la costruzione di un nuovo stadio per trattenere la squadra. La città si era quindi attivata in questo senso, spendendo 17 milioni di dollari soltanto per avviare i progetti. Poco dopo, però, la NFL aveva permesso ugualmente alla proprietà dei Rams di trasferirsi a Los Angeles a partire dal 2016, senza dare troppe spiegazioni.
Dal 2010 i Rams sono di proprietà del miliardario americano Stanley Kroenke, imprenditore immobiliare e marito di Ann Walton, nipote del fondatore della catena di supermercati Walmart. Insieme possiedono anche la squadra di calcio inglese dell’Arsenal, i Denver Nuggets in NBA, i Colorado Avalanche in NHL e i Colorado Rapids nella Major League Soccer. Kroenke era stato tra coloro che nel 1995 avevano organizzato il trasferimento dei Rams da Anaheim, in California, a St. Louis. La squadra era poi rimasta in Missouri per ventuno anni, prima di tornare in California nel 2016, diventando la squadra di football di riferimento a Los Angeles, dove dallo scorso anno gioca in uno degli stadi più moderni e capienti al mondo.
St. Louis aveva deciso di intentare causa alla NFL anche perché non era la prima volta che veniva privata di una squadra di football, con tutti i danni economici conseguenti. Nel 1988 — dopo ventisette anni di permanenza — aveva perso i Cardinals, che si erano trasferiti a Phoenix, in Arizona, dove hanno sede tuttora. Ora la NFL ha in un certo senso quantificato il danno provocato a una città dalla perdita di una squadra professionistica: dei circa 790 milioni di dollari che darà a St. Louis, almeno 550 milioni arriveranno dalla tassa di trasferimento che la proprietà dei Rams aveva pagato alla lega nel 2016 per poter tornare in California.
Un’altra città che potrebbe seguire l’esempio di St. Louis è Oakland, a cui negli ultimi anni è andata ancora peggio. Nel giro di pochi mesi la città californiana, che si trova dall’altra parte della baia rispetto a San Francisco, ha perso due squadre tra le più iconiche nei rispettivi campionati. I Golden State Warriors di basket, sei volte campioni NBA, l’hanno lasciata all’inizio della stagione 2019/20 per spostarsi proprio a San Francisco, dove si sono sistemati nel nuovissimo Chase Center. L’anno scorso se ne sono andati anche i Raiders — squadra di football tre volte vincitrice del Super Bowl — che per rilanciarsi hanno scelto Las Vegas e uno stadio avveniristico costato quasi 2 miliardi di dollari.
Nel suo caso, Oakland ha pagato i seri problemi economici e sociali con cui è alle prese da anni. Come altri centri abitati della zona, la città si trova a gestire ormai da tempo l’emergenza dei senzatetto, la grande crisi delle piccole attività commerciali e il degrado incontrastato delle periferie. Queste emergenze hanno tolto all’amministrazione la possibilità di presentare piani di investimento sulle strutture per trattenere o almeno prolungare la permanenza delle squadre e tutto quello che generavano per l’economia locale. L’ultima squadra rimasta in città è quella del film Moneyball, gli Oakland Athletics di baseball. Neanche a loro però il vecchio e malridotto Coliseum sembra bastare più.
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