Mattarella contro la sua rielezione
Lo ha fatto sapere ai giornali, dopo che il PD aveva presentato un disegno di legge per convincerlo a restare presidente della Repubblica per un altro mandato
Nei giorni scorsi il Partito Democratico (PD) ha depositato un disegno di legge che modificherebbe la Costituzione vietando la rielezione del presidente della Repubblica e abrogherebbe il cosiddetto semestre bianco, ovvero il divieto per quest’ultimo di sciogliere le Camere negli ultimi sei mesi del suo mandato. Il disegno di legge è stato interpretato da molti come un modo per convincere Sergio Mattarella a essere eletto per un secondo mandato consecutivo, ma quest’ultimo ha fatto sapere ai giornali di essere contrario alla sua rielezione.
Le interpretazioni dei giornali si devono al fatto che un disegno di legge costituzionale debba essere approvato da ciascun ramo del Parlamento in due distinte votazioni, tra le quali devono intercorrere almeno tre mesi. È dunque impossibile che la modifica venga approvata prima della fine del mandato di Mattarella, il prossimo 3 febbraio, e dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica.
Il disegno di legge, a firma dei senatori Dario Parrini, Luigi Zanda e Gianclaudio Bressa, è stato quindi visto da molti come un modo per persuadere l’attuale presidente della Repubblica ad accettare una rielezione alla scadenza del suo mandato, con la promessa che dal suo successore in poi una rielezione non sarebbe più possibile. Secondo queste interpretazioni, la rielezione di Mattarella sarebbe «a tempo», fino all’approvazione del disegno di legge o comunque fino alla scadenza della legislatura nel 2023.
Mattarella, che più volte nei mesi scorsi aveva detto di essere contrario a una sua rielezione, non ha commentato le interpretazioni su questo disegno di legge, ma venerdì molti giornali e agenzie di stampa hanno riportato un commento non ufficiale del Quirinale secondo cui il disegno di legge sarebbe stato accolto con «stupore» dal presidente della Repubblica.
Il commento è stato riportato da vari e autorevoli “quirinalisti”, come Marzio Breda del Corriere della Sera, a conferma della sua attendibilità. Il giornalista Concetto Vecchio, di Repubblica, fa notare tra l’altro che è raro che dal Quirinale filtrino gli umori del presidente e che «il fatto che stavolta siano usciti sono la riprova del malumore di Mattarella».
Il senatore Zanda, uno dei firmatari del disegno di legge, ha respinto le interpretazioni secondo cui la modifica della Costituzione sarebbe un modo per convincere Mattarella a essere rieletto. In un’intervista a Repubblica ha detto che «lo spirito del ddl è chiaro. Elimina il semestre bianco che interrompe una necessaria continuità istituzionale poiché per sei mesi sottrae al presidente della Repubblica la possibilità di sciogliere il Parlamento e, in caso di impossibilità, di comporre una nuova maggioranza». Riguardo al fatto che sia stato presentato solo ora, ha detto invece che «un ddl su prerogative presidenziali è opportuno che venga presentato alla fine del settennato, altrimenti potrebbe suonare come una sfiducia verso il nuovo presidente».
Nel caso in cui Mattarella venisse rieletto, sarebbe la seconda volta nella storia della Repubblica italiana: la prima era stata nel 2013, con la rielezione di Giorgio Napolitano. Della possibilità di una rielezione di Mattarella si discute soprattutto perché sarebbe un presidente su cui la maggioranza dei partiti si troverebbe d’accordo, ed eviterebbe lunghe discussioni sulla scelta di un nuovo presidente. Una delle possibilità di cui si è più parlato concretamente nelle scorse settimane è stata l’elezione dell’attuale presidente del Consiglio Mario Draghi, che però comporterebbe le sue immediate dimissioni da capo del governo.
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