L’Occidente è sempre più preoccupato per l’Ucraina
Il dialogo diplomatico con la Russia per ridurre la tensione al confine non sta andando da nessuna parte
I paesi europei e gli Stati Uniti continuano a essere molto preoccupati per l’aumento della tensione in Ucraina orientale, provocato da un recente aumento delle truppe ammassate al confine dalla Russia. Giovedì si è tenuto a Stoccolma, in Svezia, un incontro fra il segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, in cui non sono stati fatti passi in avanti significativi dal punto di vista diplomatico. Blinken ha comunque annunciato che il presidente americano Joe Biden e quello russo Vladimir Putin potrebbero parlarsi nei prossimi giorni proprio per discutere della situazione in Ucraina.
Secondo il governo ucraino, nelle ultime settimane la Russia ha accumulato al confine con l’Ucraina circa 114mila soldati: 92mila a terra e il resto impegnati in mezzi aerei e in mare. Sono stanziati a nord, est e sud del Donbass, una regione a est dell’Ucraina e al confine con la Russia in cui si trovano le repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk, territori ucraini occupati ormai da anni da separatisti appoggiati dalla Russia.
La Russia sostiene di avere ammassato le truppe sul proprio confine orientale per via di una presunta minaccia militare da parte dell’Ucraina. Il Guardian scrive che la Russia sembra particolarmente preoccupata del recente acquisto da parte del governo ucraino di razzi terra-terra di fabbricazione statunitense, particolarmente indicati per colpire la parte dei carrarmati russi più vulnerabile, cioè quella superiore.
Negli ultimi giorni Putin aveva definito la realizzazione di un sistema missilistico al confine con l’Ucraina una «linea rossa» per il governo russo.
Le intenzioni della Russia, comunque, continuano a non essere chiare, e l’accumulo di soldati al confine potrebbe avere altri fini: come destabilizzare l’attuale governo ucraino, sempre più ostile alla Russia, oppure cercare di scoraggiare un rafforzamento militare dell’Ucraina. Una nuova invasione di terra è un’ipotesi che gli analisti stanno considerando, ma che per il momento sembra abbastanza lontana.
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Nei giorni scorsi il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, aveva parlato dell’aumento di truppe russe al confine con l’Ucraina citando la possibilità di nuove sanzioni economiche. Anche Blinken ne ha parlato ieri in una conferenza stampa dopo il suo incontro con Lavrov.
Già ad aprile la Russia aveva ammassato migliaia di soldati al confine con l’Ucraina, salvo poi ritirarli alla fine del mese senza avere apparentemente raggiunto alcuno scopo preciso. Alcuni analisti sono convinti che l’aggressività della Russia possa avere come obiettivo quello di stimolare un nuovo confronto fra Putin e Biden, e magari strappare qualche concessione riguardo all’Ucraina.
«In un eventuale incontro fra Putin e Biden nessuno dei due prenderà degli impegni concreti, ma potrebbe esserci una sorta di tacito accordo su quanto in là possono spingersi gli Stati Uniti nell’aumentare la propria presenza militare in Ucraina», ha ipotizzato parlando con BBC News Andrei Kortunov, direttore del think tank Russian International Affairs Council (RIAC).