Una canzone dei Propaganda
E un racconto di "contaminazioni" tra musicisti vari
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La scena di Get back in cui si scopre che Something di George Harrison rischiò di parlare di cavolfiori e melograni.
Abbiamo parlato poco della morte di Stephen Sondheim perché è successo venerdì, ma qui il New York Times ha messo insieme una utile playlist per chi non lo abbia mai conosciuto.
Delle cento canzoni più ascoltate nel 2021 su Apple Music io ne conosco meno di dieci (c’è Dreams dei Fleetwood Mac! per via di quella storia): vedete voi se volete continuare a darmi qualche fiducia.
Duel
Propaganda
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Il settimanale musicale britannico Record Mirror chiuse nel 1991, ma prima aveva questa rubrica in cui dei musicisti recensivano i nuovi 45 giri altrui: il 27 aprile 1985 la pagina fu affidata agli Scritti Politti, una stramba band inglese del tempo (in realtà lui è ancora in circolazione) che infilò qualche buon singolo strambo, ma la cui vocetta divenne presto stucchevole. Nelle recensioni furono piuttosto spocchiosi: e tra le cose che stroncarono, insieme a Walls come thumbling down e a tutti gli Style Council, c’era anche quello che diventò il miglior singolo e il maggior successo della contenuta storia dei Propaganda, Duel.
Forse vi ricorderete che ne avevamo parlato qui, perché dopo la fine dei Propaganda lei si spostò in un’altra band di durata ancora più istantanea.
“I Propaganda erano tedeschi traslocati a Londra e divennero subito famosi per un pezzo dark/dance già prodotto da Trevor Horn, Dr. Mabuse, in cui c’era già molta estetica ammiccante di tutte le cose ZTT: new wave, citazioni colte, cosmopolitismo, coolness generale, e Brücken. Gli andò bene di nuovo con Duel, ammorbidendo un po’, e poi ammorbidirono ancora e infine si sciolsero”.
Loro raccontarono di avere deciso per un pezzo più allegro e solare per togliersi di dosso la cappa lugubre della canzone precedente (però ne fecero anche una versione cattiva, Jewel), ma sul testo rimasero teatralmente drammatici (il duello in questione è tra due amanti in conflitto).
Eye to eye stand winners and losers
Hurt by envy, cut by greed
Face to face with their own disillusions
The scars of old romances still on their cheeks
And when blow by blow
The passion dies sweet little death
Just have been lies
Some memories of gone by time would still recall the lies
Se non ci fossero già sufficienti “contaminazioni” tra musicisti vari nel racconto di stasera, aggiungo che si racconta che sulla batteria mise le mani Stewart Copeland dei Police, anche se non è che si sia dovuto impegnare tantissimo, sentirete. E infine, volendo buttarla in vacca, ci sono i titoli di testa di Yuppies, il film. Ma la canzone resta ottima.
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