Il CNR ha assunto 328 ricercatori precari tra i 400 che protestavano da mesi per un contratto
Il Consiglio di amministrazione del CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il principale ente pubblico che si occupa di ricerca, ha approvato l’assunzione di 328 tra ricercatori e tecnologi precari che negli ultimi mesi avevano organizzato manifestazioni e dal 19 novembre occupavano alcuni uffici nella sede di piazzale Aldo Moro, a Roma. Saranno assunti a partire da febbraio 2022.
Da mesi i ricercatori protestavano per chiedere di essere stabilizzati dopo anni di precariato. Attendevano un’assunzione dal 2018, quando fu bandito un concorso per assumere 1.070 ricercatori precari. Dopo il concorso e le relative graduatorie, ne fu assunta solo una piccola parte. In 700 rimasero esclusi in attesa di nuovi finanziamenti che arrivarono in parte nel 2019, quando vennero assunti 104 precari, e nel luglio 2020 quando ne vennero assunti altri 104. Rimasero esclusi 400 ricercatori che avrebbero rischiato di perdere il posto in seguito alla scadenza delle graduatorie, il 14 dicembre.
Di questi 400, il Cda ha autorizzato l’assunzione di 328. Gli altri, una settantina, dovranno attendere ancora perché penalizzati dai criteri previsti dalla legge Madia approvata nel 2017 e pensata per rimediare al notevole ricorso ai contratti a termine nei centri di ricerca pubblici. In una nota il CNR ha definito «molto difficoltoso» il percorso che ha portato all’assunzione dei 328 ricercatori a causa della «scarsità complessiva dei trasferimenti statali» che negli ultimi anni ha inciso sugli equilibri economici dell’ente e che «solo recentemente sembrano essere in controtendenza».
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— Precari Uniti CNR (@PrecariUnitiCNR) November 30, 2021