Alice Sebold si è scusata con l’uomo condannato ingiustamente per il suo stupro
«Il mio obiettivo nel 1982 era ottenere giustizia, non commettere un'ingiustizia», ha detto la scrittrice
La scrittrice americana Alice Sebold si è scusata con l’uomo condannato ingiustamente per il suo stupro, avvenuto nel 1980, con una dichiarazione pubblicata su Medium: «Voglio dire ad Anthony Broadwater che mi dispiace davvero tanto: mi rammarico profondamente per ciò che hai passato».
Broadwater, scagionato da un giudice dello stato di New York la scorsa settimana, ha passato 16 anni in carcere e anche dopo esserne uscito, nel 1998, ha dovuto affrontare molte difficoltà perché il suo nome compariva nel registro nazionale dei criminali sessuali. La sua condanna è stata rivista grazie all’iniziativa di un produttore cinematografico che stava lavorando a un adattamento di Lucky, il libro autobiografico in cui Sebold ha raccontato la storia del suo stupro – compiuto da uno sconosciuto, che l’aggredì mentre camminava in un parco – e del processo successivo. La parte del libro dedicata all’incriminazione di Broadwater aveva portato il produttore a sospettare che durante le indagini fossero state commesse delle irregolarità, che poi avevano spinto Sebold a dire in tribunale di riconoscere in Broadwater il suo stupratore.
In Lucky Sebold racconta che cinque mesi dopo aver subìto lo stupro vide per strada un uomo che le sembrò il suo stupratore. Quando lo vide, lui stava parlando con un poliziotto con i capelli rossi, dettaglio che permise alla polizia di individuare prima l’agente e poi l’uomo con cui stava parlando: Anthony Broadwater. Sebold fu poi sottoposta alla procedura nota come confronto all’americana: potè osservare, non vista, Broadwater e altri uomini, afroamericani come lui, per confermare il riconoscimento. Sebold individuò come suo stupratore la persona accanto a Broadwater, ma poi, molto convinta della prima impressione avuta per strada e rassicurata dagli inquirenti, identificò Broadwater in tribunale. La procuratrice che si occupava del caso infatti mentì a Sebold, dicendole che durante il confronto all’americana l’uomo a fianco di Broadwater era un suo amico, che lui aveva scelto per accompagnarlo al confronto dato che gli somigliava molto.
Broadwater fu poi condannato sulla base della testimonianza di Sebold e dei risultati di un’analisi di peli pubici, che però fu realizzata con un metodo che oggi è stato screditato dal dipartimento di Giustizia americano.
Non appena si è saputo che Broadwater era stato scagionato i giornali americani hanno chiesto a Sebold, nota soprattutto come l’autrice del bestseller Amabili resti, se avesse un commento da fare sulla vicenda. Nella sua dichiarazione di scuse la scrittrice spiega:
Quarant’anni fa ero una 18enne vittima di uno stupro e scelsi di fidarmi del sistema giudiziario americano. Il mio obiettivo nel 1982 era ottenere giustizia, non commettere un’ingiustizia. E di certo non volevo cambiare irreparabilmente e per sempre la vita di un giovane uomo per via del crimine che aveva cambiato la mia.
Sono felice per il fatto che Broadwater sia stato finalmente scagionato, ma ciò non toglie che quarant’anni fa sia diventato l’ennesimo giovane americano nero trattato ingiustamente dal nostro sistema giudiziario imperfetto. Mi dispiacerà per sempre per ciò che gli è stato fatto.
(…) Mi ci sono voluti otto giorni per capire come sia potuto succedere. Per me continuerà a essere difficile affrontare l’idea che io abbia inconsapevolmente avuto un ruolo in un sistema che ha mandato un uomo innocente in prigione.
Sebold ha anche detto che oltre al dispiacere per ciò che ha passato Broadwater, ora deve affrontare la consapevolezza che l’uomo che la stuprò «molto probabilmente non sarà mai scoperto», «potrebbe aver stuprato altre donne» e «sicuramente non sarà mai incarcerato per il tempo che Broadwater ha passato in prigione».
Dopo la diffusione delle scuse di Sebold e d’accordo con lei, Scribner, la casa editrice che pubblica i suoi libri negli Stati Uniti, ha fatto sapere che interromperà la distribuzione di Lucky, sia nei formati cartacei che in quelli digitali, per il periodo in cui insieme alla scrittrice «penserà a come l’opera possa essere eventualmente rivista».