Il presidente ucraino dice che la Russia sta progettando un golpe ai suoi danni
Volodymyr Zelensky ha sostenuto che avverrà nei prossimi giorni, e che si è tentato di coinvolgere l'oligarca Rinat Akhmetov
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che un gruppo di persone russe e ucraine sta progettando un colpo di stato ai suoi danni con il sostegno della Russia, e ha in programma di metterlo in atto nei prossimi giorni, il primo o il 2 dicembre. Le accuse, esposte da Zelensky venerdì durante una conferenza stampa riservata a giornalisti selezionati, sarebbero basate su alcune intercettazioni ottenute dai servizi segreti ucraini. Zelensky ha anche detto che il gruppo di cospiratori avrebbe cercato di coinvolgere nel piano Rinat Akhmetov, l’uomo più ricco dell’Ucraina e proprietario di un gruppo mediatico che è stato particolarmente critico sull’operato del presidente negli ultimi mesi.
Il portavoce del governo russo Dmitri Peskov ha negato qualsiasi tipo di coinvolgimento nel presunto progetto di colpo di stato: «La Russia non fa cose del genere. Non sono mai stati fatti piani del genere».
Akhmetov, che tra le altre cose possiede miniere e acciaierie ed è il presidente della squadra di calcio Shakhtar Donetsk, ha diffuso un comunicato in cui descrive le accuse di Zelensky come «assolute menzogne». Nella sua difesa, ha detto: «Sono profondamente offeso da questa menzogna, a prescindere dalle motivazioni del presidente. La mia posizione è sempre stata e sempre sarà esplicita e chiara: io sostengo un’Ucraina indipendente, democratica e unita, che comprende la Crimea e la mia regione d’origine, il Donbass».
Zelensky non ha condiviso particolari dettagli sul progetto di colpo di stato, non ha spiegato perché ha deciso di parlarne pubblicamente e non ha spiegato concretamente in che modo le autorità a lui ostili lo hanno ostacolato o lo ostacoleranno. Secondo una fonte anonima di Politico vicina al presidente ucraino, sarebbe stata l’intelligence americana a fornire all’Ucraina le informazioni sul progetto di colpo di stato, segnalando il possibile coinvolgimento di uno più oligarchi ucraini.
Le accuse di Zelensky sono arrivate in un momento di particolari tensioni tra l’Ucraina e la Russia: nelle ultime settimane decine di migliaia di soldati russi sono stati mobilitati vicino al confine, generando timori sulla possibilità di un’invasione del paese o della sua parte orientale, attualmente contesa tra l’esercito ucraino e le milizie filorusse. Secondo il governo ucraino, i soldati che la Russia ha accumulato al confine sono circa 114mila (92mila a terra e il resto impegnati in mezzi aerei e in mare), e sono stanziati a nord, est e sud del Donbass, la regione in cui si trovano le repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk.
Anche per quanto riguarda la politica interna, Zelensky è in una situazione complicata. Dopo aver stravinto le elezioni nel 2019, l’ex comico ha subito un forte calo di consensi. Finora non è riuscito a mantenere le sue due principali promesse elettorali: portare la pace nell’Ucraina orientale e risolvere il problema della corruzione limitando l’influenza delle persone più ricche del paese sull’economia, la politica e la stampa ucraina.
Su quest’ultimo aspetto però le cose potrebbero cambiare a breve: questo mese Zelensky ha infatti firmato una legge che è stata soprannominata «anti-oligarchi». Dovrebbe entrare in vigore nel 2022 e prevede che gli oligarchi – definiti come persone molto ricche che dispongono di monopoli industriali e testate giornalistiche e hanno legami con la politica – non possano possedere organi mediatici, né partecipare alla privatizzazione di risorse pubbliche e alla vita politica, anche solo finanziando un partito.
Questa legge dunque riguarderà sicuramente Akhmetov, la cui società System Capital Management controlla il 70 per cento dell’energia ucraina e, tra le altre cose, il quarto canale televisivo più popolare, Ukraina, che alle elezioni del 2019 aveva sostenuto uno degli avversari di Zelensky. Ultimamente è stato particolarmente critico verso il presidente e il suo partito, anche riguardo al crescente controllo del governo sui media, in particolare dopo che lo stato non ha rimborsato DTEK, la società energetica di Akhmetov, per l’energia prodotta da fonti rinnovabili.
Venerdì Zelensky ha detto che per lui le critiche provenienti da Ukraina non riguardano la libertà di espressione ma la legge contro gli oligarchi. Secondo i critici della legge, si tratta di un provvedimento populista, che non risolve davvero il problema della corruzione e potrebbe essere usata dal presidente per altri scopi. In particolare viene contestato il fatto che sia una commissione nominata dal presidente a definire chi sia un oligarca e chi no.