Cosa sappiamo sull’uomo italiano contagiato con la variante omicron
È arrivato in Italia dal Mozambico e sono in corso le indagini sui suoi spostamenti e contatti
La prima persona contagiata con la variante omicron del coronavirus rilevata in Italia è un uomo campano che nella prima metà di novembre era stato in Mozambico per lavoro, e che al suo ritorno è passato per Roma, Caserta e Milano, dove infine è risultato positivo al coronavirus.
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Secondo le prime informazioni riferite dalle autorità sanitarie, integrate dai giornali con informazioni proprie, l’uomo sarebbe un dipendente dell’ENI, l’azienda petrolifera italiana, che l’11 novembre sarebbe rientrato in Italia dopo un viaggio di lavoro in Mozambico. Sarebbe atterrato all’aeroporto di Roma Fiumicino, e da lì sarebbe andato a Caserta, dove vive con la sua famiglia. A Caserta l’uomo, che era già contagioso ma ancora non lo sapeva, avrebbe contagiato i membri della sua famiglia. Il 15 novembre sarebbe andato a Milano, dove si sarebbe anche sottoposto a un tampone in vista di un nuovo viaggio in Africa.
A quel punto, il tampone è risultato positivo. Secondo quanto raccontano sia il Corriere della Sera sia Repubblica, l’uomo avrebbe viaggiato in macchina, da solo, da Milano a Caserta, e si sarebbe isolato in casa con la sua famiglia.
Sabato infine, a causa della diffusione delle notizie sulla nuova variante omicron, il campione dell’uomo è stato analizzato dal laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, ed è risultato corrispondente alla variante omicron. L’Istituto superiore di sanità (ISS), in una nota, ha fatto sapere che sono in corso le analisi anche sui campioni dei famigliari. Le analisi epidemiologiche (cioè la ricerca dei contatti dell’uomo) sono state fatte sia dall’ATS di Milano sia dall’ASL campana di competenza.
Il direttore dell’ASL di Caserta, Ferdinando Russo, ha detto a Repubblica che l’uomo e i suoi famigliari «hanno sintomi lievi o inesistenti. Stiamo monitorando i contatti ma non c’è un particolare allarme».
Diversi casi di persone contagiate con la variante omicron sono stati già trovati in vari paesi d’Europa, e bisogna aspettarsene altri: come mostrano i casi trovati finora, la variante circolava in Europa già diversi giorni prima che giovedì sera il governo del Sudafrica ne desse notizia per la prima volta.
È bene ricordare che i dati per ora disponibili sulla variante omicron sono estremamente limitati e occorreranno diversi giorni prima di avere valutazioni scientifiche più accurate sui rischi che la nuova variante potrebbe comportare (preoccuparsi per una variante è utile per essere preparati a ogni evenienza, non per fare allarmismo). Per ora non sappiamo con certezza se la nuova variante sia più contagiosa della delta attualmente prevalente in buona parte del mondo, né quanto riesca a eludere le difese immunitarie.