La variante omicron in Europa
Come ampiamente previsto, sono stati trovati casi e sospetti casi in vari paesi: ma è presto per allarmarsi
Come era ampiamente atteso, negli ultimi due giorni in diversi paesi europei sono stati scoperti casi o sospetti casi di persone contagiate con la nuova variante omicron del coronavirus, emersa in Africa meridionale, e certamente se ne troveranno altri nelle prossime ore. La diffusione della variante in Europa era praticamente inevitabile e anzi è probabile che circolasse già da diversi giorni: i blocchi dei trasporti aerei come quello imposto venerdì su alcuni paesi africani sono quasi sempre tardivi, e in ogni caso anche in passato si sono dimostrati inefficaci, tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità ne sconsiglia l’applicazione.
La scoperta dei primi casi di variante omicron in Europa ha creato una certa agitazione, ma è bene ricordare che i dati per ora disponibili sono estremamente limitati e occorreranno diversi giorni prima di avere valutazioni scientifiche più accurate sui rischi che la nuova variante potrebbe comportare (preoccuparsi per una variante è utile per essere preparati a ogni evenienza, non per fare allarmismo).
Per ora non sappiamo con certezza se la nuova variante sia più contagiosa della delta attualmente prevalente in buona parte del mondo, né quanto riesca a eludere le difese immunitarie.
Il primo caso europeo è stato scoperto giovedì in Belgio, su una persona che era da poco tornata dall’estero e che era risultata positiva il 22 novembre. Un caso sospetto (ma non ancora confermato) è stato trovato in Germania, nello stato dell’Hessen, e lo stesso vale per una persona risultata positiva in Repubblica Ceca.
Sabato pomeriggio il ministro della Salute britannico, Sajid Javid, ha detto che sono stati trovati i primi due casi del Regno Unito, in due zone diverse del paese: uno nell’Essex e uno a Nottingham. Entrambi i casi sono stati ricondotti a contatti con il Sudafrica, anche se Javid non ha specificato precisamente in che modo.
Poco prima erano atterrati all’aeroporto Schiphol di Amsterdam due voli da Johannesburg e da Città del Capo, le due principali città sudafricane: tutti i circa 600 passeggeri sono stati testati, e 61 sono risultati positivi e sono stati costretti a isolarsi in appositi hotel in attesa di ulteriori test per capire se qualcuno di loro è affetto dalla variante omicron. Tutti gli altri passeggeri risultati negativi hanno invece potuto tornare alle proprie case, o proseguire il loro viaggio prendendo le coincidenze con altri voli.
A oggi non sappiamo se la nuova variante sia in grado di superare le difese che sviluppiamo in seguito alla vaccinazione, né se le sue mutazioni la rendano effettivamente più contagiosa della variante delta, che ha mostrato di diffondersi con grande rapidità.
Alcune varianti che inizialmente avevano suscitato grandi preoccupazioni non hanno poi assunto una grande rilevanza durante la pandemia. Era successo per esempio con la beta a inizio anno, per la sua presunta capacità di sfuggire più facilmente alle difese del sistema immunitario. Nei mesi successivi aveva però mostrato di essere meno contagiosa ed era stata rapidamente sopravanzata dalla delta.