Si è dimesso Luigi Gubitosi, l’amministratore delegato di Tim
A causa dei risultati deludenti e dopo le polemiche sulla proposta d'acquisto da parte del fondo KKR: sarà sostituito da due dirigenti
Venerdì il consiglio di amministrazione di Tim ha accettato le dimissioni di Luigi Gubitosi, amministratore delegato dell’azienda, a seguito dei risultati economici deludenti e delle polemiche nate dopo l’offerta d’acquisto della società da parte del fondo statunitense KKR. Le deleghe di Gubitosi saranno divise tra due persone: andranno in parte all’attuale presidente Salvatore Rossi, che assume così funzioni esecutive, e in parte a Pietro Labriola, l’attuale capo di Tim Brasile, che è stato nominato direttore generale.
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Gubitosi, che era amministratore delegato di Tim dalla fine del 2018, era già da tempo malvisto dall’azionista di maggioranza (il gruppo francese Vivendi, che ha il 24 per cento delle azioni) a causa del peggioramento dei conti dell’azienda e di alcune scelte commerciali, come la decisione di sostenere Dazn nell’acquisto dei diritti televisivi della Serie A di calcio (di cui Tim è primo sponsor).
Ad aver contribuito alla sua decisione di dimettersi ci sono inoltre le polemiche legate all’offerta di acquisto di almeno il 51 per cento delle azioni di Tim da parte del fondo americano KKR.
Negli anni scorsi Gubitosi era stato tra i protagonisti dell’operazione che aveva portato alla fondazione di FiberCop, azienda incaricata dello sviluppo e della posa dei collegamenti in fibra o rame tra le cabine di derivazione (quelle che si vedono in strada) fino alle singole abitazioni. FiberCop è controllata al 58 per cento da Tim e ha come secondo azionista KKR con il 37,5 per cento, mentre le quote restanti sono di Fastweb. La società aveva quindi sancito, più di altre iniziative, un notevole coinvolgimento di KKR nel settore delle telecomunicazioni in Italia.
Per questo alcuni analisti avevano ipotizzato che la proposta di KKR di acquistare la maggioranza delle azioni di Tim fosse stata favorita dai contatti già in corso con il fondo da parte di Gubitosi, a danno dell’attuale azionista di maggioranza, Vivendi.
Gubitosi, nella sua lettera di dimissioni, non aveva citato queste ipotesi ma aveva parlato di «atteggiamenti dilatori da parte del consiglio [d’amministrazione, ndr], che possono essere interpretati come volti a difesa degli interessi di taluni azionisti». Nella lettera Gubitosi scrive anche di essersi dimesso per consentire «una più serena e rapida valutazione» dell’offerta di KKR. Il consiglio d’amministrazione di Tim ha accettato le sue dimissioni venerdì sera.