Cosa cambia per i trasporti con l’obbligo del Green Pass
Il governo ha detto che sarà esteso anche ai mezzi pubblici locali, ma non è ancora chiaro come funzioneranno i controlli
In base al decreto legge approvato mercoledì dal governo, dal 6 dicembre il Green Pass – nella sua versione cosiddetta “base”, cioè ottenibile anche con un tampone negativo – sarà obbligatorio in tutta Italia anche per utilizzare il trasporto pubblico locale, come metropolitane e autobus cittadini, e per i treni regionali. Finora, era necessario soltanto per i treni a lunga percorrenza, aerei e traghetti interregionali.
Il decreto non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, e peraltro nelle bozze fatte circolare dal governo non si cita nemmeno l’obbligo del Green Pass per il trasporto locale, che però è stato confermato sia nel comunicato stampa del governo sia dal ministro della Salute Roberto Speranza. C’è ancora una certa incertezza però su come saranno organizzati i controlli, e su come saranno differenziati concretamente i due Green Pass, quello “base” e quello cosiddetto “rafforzato”, ottenibile solo con la vaccinazione o la guarigione dal coronavirus, necessario dal 6 dicembre per accedere a locali ed eventi.
Mercoledì durante la conferenza stampa di presentazione del decreto, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto che i controlli verranno rafforzati, con l’aiuto «di tutte le forze di sicurezza», compresi i vigili urbani. I controlli su autobus e metropolitane, come ha spiegato la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, verranno fatti a campione, e quindi non nei confronti di tutte le persone che accedono ai mezzi. Non è ancora chiaro se i controlli a campione avverranno a bordo dei mezzi, oppure ai passeggeri che ancora non sono saliti, oppure in entrambi i modi.
– Leggi anche: La Lega ha votato un altro giro di restrizioni
Su questo punto ha espresso alcune perplessità Maria Teresa De Benedictis, segretaria nazionale della FILT, il sindacato dei lavoratori del settore dei trasporti iscritti alla CGIL. De Benedictis chiede in sostanza che la responsabilità dei controlli non spetti al personale di bordo: ha detto alla Stampa di ritenere che con le nuove regole «la verifica debba essere fatta all’acquisto del titolo di viaggio, proprio per non esporre il personale ad alterchi e aggressioni a bordo del mezzo».
Per metro e bus, secondo De Benedictis, la verifica dovrebbe essere quindi fatta da chi vende i biglietti, come ad esempio edicolanti e tabaccai, mentre per i treni regionali, utilizzati soprattutto da lavoratori pendolari e spesso molto affollati, dovrebbe spettare alle forze dell’ordine, e non ai controllori. «Spettano alle forze dell’ordine, penso a delle squadre che salgono alle fermate e fanno gli accertamenti. Si può immaginare anche un servizio di vigilanza privata a supporto dell’azienda», ha detto De Benedictis.
Un altro aspetto che diventerà rilevante è quello del controllo dei documenti associato a quello del Green Pass. Attualmente, nei locali viene raramente chiesto di esibire un documento che confermi che il Green Pass sia proprio della persona che lo esibisce: cosa che secondo molti ha reso facilmente aggirabile l’obbligo. Controllare anche i documenti, però, è una procedura più lunga e macchinosa, e richiede più risorse.
La questione verrà chiarita probabilmente nei prossimi giorni, dopo la pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale: al riguardo dovrebbe arrivare una circolare del ministero dei Trasporti, oltre che un aggiornamento della pagina delle FAQ del sito del governo.
Il decreto prevede tra le altre cose «una nuova procedura di rafforzamento dei controlli» nei luoghi in cui è previsto l’obbligo di Green Pass, ha detto Speranza. Ha spiegato che è richiesto ai comitati provinciali per la sicurezza e l’ordine pubblico, organi costituiti presso le prefetture, di riunirsi entro cinque giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale per «costruire dei veri e propri piani di azione per questi controlli». Sarà richiesto ai comitati di fare una relazione settimanale sui controlli al ministero dell’Interno.