Il flusso di migranti nella Manica è tornato un problema
Dopo il grave naufragio di mercoledì: il numero di sbarchi è triplicato in un anno e Francia e Regno Unito discutono sulle reciproche responsabilità
Mercoledì pomeriggio un gommone che trasportava un gruppo di migranti è naufragato nel canale della Manica, che separa Francia e Regno Unito. Sono morte 27 persone, e una è ancora dispersa. Secondo l’OIM, l’agenzia dell’ONU che si occupa di migrazioni, si tratta del più grave naufragio su questa rotta dal 2014, cioè da quando ha iniziato a raccogliere i dati a riguardo. Le cause dell’incidente non sono ancora state chiarite: il quotidiano francese La Voix du Nord scrive che il gommone è stato colpito da un’imbarcazione più grande, ma la notizia non è ancora stata confermata ufficialmente.
Nelle ultime settimane il flusso migratorio fra Francia e Regno Unito è diventato sempre più ingente: il governo francese e quello britannico non hanno ancora trovato un modo per gestirlo in maniera condivisa, e anche ieri sera si sono scambiati reciproche accuse sul recente picco di partenze.
Il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, ha fatto sapere che a bordo del gommone naufragato mercoledì c’erano in tutto 34 persone: quattro sono state arrestate con l’accusa di avere organizzato il viaggio, altre due sono state soccorse e si trovano in ospedale.
Secondo una stima citata da BBC News, nel 2021 più di 25mila persone hanno provato ad attraversare la Manica per arrivare nel Regno Unito, circa il triplo di quelle arrivate nel 2020. Di solito in questo periodo dell’anno gli arrivi diminuiscono a causa del freddo e delle acque agitate del canale. Quest’anno invece sono aumentati, per ragioni ancora da chiarire: l’11 novembre sono arrivate in un giorno solo 1.185 persone, il numero più alto registrato in un solo giorno da diversi anni a questa parte. A metà novembre Decathlon, famosa azienda francese di articoli sportivi, aveva deciso di sospendere la vendita di canoe nei suoi negozi di Calais e Grande-Synthe, nel nord della Francia, proprio per evitare che le persone migranti le usassero per cercare di attraversare la Manica.
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Il recente aumento del flusso di migranti ha fatto aumentare le tensioni tra Francia e Regno Unito, già piuttosto alte per via di questioni irrisolte legate ai diritti della pesca nel canale della Manica.
Lo scorso luglio i due paesi avevano raggiunto un accordo su un piano per cercare di ridurre l’immigrazione attraverso questa rotta – peraltro molto pericolosa – che prevedeva un finanziamento da parte del Regno Unito di oltre 62 milioni di euro, da usare per aumentare la sorveglianza lungo la costa e il personale da impiegare nel controllo della frontiera.
All’inizio di ottobre il ministro dell’Interno francese Gérard Darmanin aveva lasciato intendere che il governo britannico non aveva ancora rispettato gli impegni presi. Ancora ieri Darmanin ha esortato il governo britannico a fare di più. Mercoledì sera il primo ministro Boris Johnson ha respinto le accuse, sostenendo che «stiamo avendo delle difficoltà a convincere alcuni dei nostri partner, in particolare la Francia, a fare alcune cose che riteniamo necessarie».