I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia
Continuano ad aumentare contagi e ricoveri in terapia intensiva, la situazione più difficile è soprattutto nel Nord-Est
Nell’ultima settimana in Italia c’è stato un ulteriore peggioramento dell’epidemia da coronavirus, con un aumento dei casi positivi rilevati e dei decessi rispetto ai sette giorni precedenti. I dati sui ricoveri nelle terapie intensive confermano inoltre una situazione difficile soprattutto in Friuli Venezia Giulia e nella provincia autonoma di Bolzano, ma anche aumenti nel Lazio, nelle Marche e in Toscana.
Dal 18 al 24 novembre in Italia sono stati rilevati 71.336 casi, il 26,5 per cento in più rispetto alla settimana precedente. L’incidenza settimanale è di 118 casi ogni 100mila persone.
I decessi sono in aumento: nell’ultima settimana ne sono stati segnalati 450, l’8,7 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti.
Un altro indicatore utile per valutare l’andamento dell’epidemia è il tasso di positività dei tamponi, in marcata crescita nelle ultime settimane.
Nell’ultima settimana c’è stato un ulteriore aumento dei test effettuati per individuare i contagi. Sono stati eseguiti oltre 3,7 milioni di tamponi, un nuovo record dall’inizio della pandemia. L’aumento è stato via via più significativo dal 15 ottobre, quando il governo ha introdotto l’obbligo di Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro. Oltre alla vaccinazione e alla guarigione, il certificato può essere ottenuto in seguito a un tampone negativo.
Nella giornata di mercoledì, il governo ha però deciso nuove regole, introducendo diversi casi in cui per accedere ai luoghi pubblici sarà necessario un Green Pass ottenuto solo dopo la vaccinazione o la guarigione.
Come è evidente dalla mappa che mostra l’incidenza dei casi nell’ultima settimana, la provincia di Trieste continua a essere quella con il maggior numero di casi settimanali accertati ogni 100mila abitanti: sono stati 683, in lieve flessione rispetto ai 707 dei sette giorni precedenti. La situazione è inoltre difficile nella provincia autonoma di Bolzano e nelle province di Gorizia, Padova, Forlì-Cesena e Rimini.
I posti letto occupati dai malati di COVID-19, sul totale dei posti disponibili nelle terapie intensive e nei reparti ordinari, sono da osservare con più attenzione perché potrebbero far scattare nuove limitazioni. L’unica regione al di sopra della soglia del 10 per cento indicata dal governo è il Friuli Venezia Giulia, con una percentuale di occupazione vicina al 15 per cento. La provincia autonoma di Bolzano ha raggiunto il 10 per cento e si rileva un avvicinamento alla soglia nel Lazio e nelle Marche.
È stato inoltre rilevato a livello nazionale un sensibile aumento degli ingressi settimanali in terapia intensiva, passati dai 262 della scorsa settimana ai 336 degli ultimi giorni, con un aumento del 28 per cento.
Grazie all’efficacia del vaccino, si può dire che la situazione epidemiologica di oggi sia assai meno grave di quella dell’autunno dello scorso anno.
Gli stessi casi settimanali di un anno fa oggi causano molte meno conseguenze e morti, come mostra il confronto sui due anni nel grafico qui sotto.
In Italia finora oltre 47 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino contro il coronavirus e, di queste, oltre 45,5 milioni risultano completamente vaccinate. Le regioni hanno somministrato quasi il 93 per cento delle dosi disponibili.
Nell’ultima settimana sono state somministrate poco meno di 20mila prime dosi al giorno. Tra le persone con più di 12 anni, e che quindi possono essere vaccinate, sono circa 7 milioni quelle che non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale.
La mappa mostra la percentuale di persone vaccinate in Italia sopra i 12 anni: all’interno di ogni regione si trova la percentuale che ha ricevuto almeno una dose, mentre il colore indica quella di chi ha completato il ciclo vaccinale.