Ahmed Naser al Raisi, un funzionario degli Emirati Arabi Uniti accusato di tortura, è il nuovo presidente dell’Interpol

(AP Photo/Laurent Cipriani, File)
(AP Photo/Laurent Cipriani, File)

Giovedì Ahmed Naser al Raisi, l’ispettore generale del ministero dell’Interno degli Emirati Arabi Uniti che di recente era stato accusato di tortura da due cittadini britannici e da un’organizzazione per i diritti umani, è stato eletto presidente dell’Interpol, l’organizzazione internazionale che facilita la cooperazione tra polizie di 195 paesi.

Nei mesi scorsi, denunce contro di lui sono state presentate in vari tribunali del mondo, tutte incentrate su abusi e torture avvenute nelle prigioni degli Emirati Arabi Uniti, di cui lui è tra i responsabili.

Lo hanno denunciato l’organizzazione per i diritti umani Gulf Center for Human Rights, per le torture subite dal noto attivista Ahmed Mansoor, arrestato nel 2017 e condannato a 10 anni di prigione. Più recentemente lo hanno denunciato anche due cittadini britannici, Matthew Hedges e Ali Issa Ahmad, imprigionati rispettivamente per sette mesi e due settimane negli Emirati Arabi Uniti. Sulla sua candidatura avevano espresso forti preoccupazioni svariate organizzazioni internazionali per i diritti umani, tra cui Human Rights Watch, dicendo che una sua nomina equivale a una aperta legittimazione della tortura da parte delle forze dell’ordine, a livello internazionale.

Al Raisi è stato eletto dall’Assemblea Generale dell’Interpol, l’organo che la governa e in cui siedono membri di ognuno dei paesi aderenti. Le elezioni si sono tenute a Istanbul: hanno partecipato circa 470 capi della polizia e 160 rappresentanti dei governi dei vari paesi membri. Al Raisi si insedierà a marzo del 2022, con un mandato di quattro anni.

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