Il governo ha deciso delle restrizioni per i non vaccinati
Ha introdotto una versione “rafforzata” del Green Pass – non ottenibile con il tampone – per accedere a locali ed eventi, mentre il certificato “normale” servirà anche sui mezzi pubblici
Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità un decreto che stabilisce delle restrizioni per le persone che non sono state vaccinate contro il coronavirus e che non sono guarite di recente, introducendo una versione “rafforzata” del Green Pass – chiamato sui giornali “super Green Pass” – che non sarà ottenibile con un tampone negativo e che dal 6 dicembre servirà per entrare in bar e ristoranti al chiuso, spettacoli, eventi sportivi e discoteche.
Il decreto prevede poi che la versione “base” del Green Pass, disponibile anche con un tampone negativo fatto nelle precedenti 48 ore, diventerà obbligatoria per salire sui mezzi pubblici locali, come bus e tram, e sui treni regionali. Le nuove regole del decreto scatteranno il 6 dicembre e resteranno in vigore fino al 15 gennaio. Non è ancora chiaro come funzionerà il nuovo regime, che di fatto prevede due tipologie di Green Pass, dal punto di vista pratico e tecnologico.
Green Pass “rafforzato”
Entrerà in vigore dal prossimo 6 dicembre e lo potrà ottenere chi si è vaccinato o è guarito dalla COVID-19 nei sei mesi precedenti. Servirà per accedere a spettacoli, eventi sportivi, bar e ristoranti al chiuso, feste e discoteche, cerimonie pubbliche, che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni in zona gialla. Dal 6 dicembre e fino al 15 gennaio 2022 è previsto che il Green Pass rafforzato debba essere utilizzato anche in zona bianca.
Le limitazioni impediranno dunque ai non vaccinati di frequentare alcuni luoghi. Per l’accesso ai luoghi di lavoro sarà sufficiente il Green Pass “base” che si può ottenere anche con un tampone molecolare o antigenico con esito negativo.
Il ministro della Salute Roberto Speranza, illustrando il decreto, ha detto che l’intenzione del governo è di «evitare» le restrizioni alle persone vaccinate nelle regioni in cui la situazione sarà più critica, e che quindi potrebbero superare gli indici che fanno scattare le zone gialle, arancioni e rosse.
Green Pass “base”
Il Green Pass “base”, cioè ottenibile anche con tampone con esito negativo, sarà obbligatorio dal prossimo 6 dicembre anche per accedere al trasporto ferroviario regionale, interregionale e al trasporto pubblico locale. Diventerà obbligatorio anche per alberghi e spogliatoi per l’attività sportiva.
La scadenza del Green Pass ottenuto con la vaccinazione è stata abbassata da dodici mesi a nove, sulla base dei nuovi dati sulla durata dell’immunizzazione contro il coronavirus.
La nuova misura riguarderà milioni di viaggiatori, in particolare pendolari che ogni giorno utilizzano il trasporto regionale, bus e metro per andare al lavoro. I controlli sui mezzi di trasporto avverranno a campione.
Obbligo vaccinale
Il nuovo decreto introduce dal 15 dicembre l’obbligo vaccinale per alcune nuove categorie: amministrativi del servizio sanitario nazionale, insegnanti e personale della scuola, del soccorso pubblico, forze di polizia, compresa la polizia penitenziaria, e militari. Per il personale sanitario sarà obbligatoria la terza dose.
Mascherine
Il decreto non ha introdotto l’obbligo della mascherina all’aperto in zona bianca; sarà obbligatoria all’aperto e al chiuso in zona gialla, arancione e rossa. Sarà sempre obbligatorio in tutte le zone portarla con sé e indossarla in caso di potenziali assembramenti o affollamenti.
Richiamo
Il ministro della Salute Speranza ha detto che dal primo dicembre potranno prenotarsi per la dose di richiamo tutte le persone sopra i 18 anni, a patto che siano passati almeno cinque mesi dal completamento del primo ciclo vaccinale.
I tamponi
La durata del Green Pass ottenuto con un tampone resta invariata: per i molecolari è di 72 ore, per gli antigenici è di 48 ore.
Controlli
Il decreto prevede «una nuova procedura di rafforzamento dei controlli» nei luoghi in cui è previsto l’obbligo di Green Pass, ha detto Speranza. Ha spiegato che è richiesto ai comitati provinciali per la sicurezza e l’ordine pubblico, organi interni alle prefetture, di riunirsi entro cinque giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale per «costruire dei veri e propri piani di azione per questi controlli». Sarà richiesto ai comitati di fare una relazione settimanale sui controlli al ministero dell’Interno.
Cosa ha detto Draghi
Dopo il Consiglio dei ministri, il presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministro della Salute Roberto Speranza e la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini hanno spiegato il nuovo decreto. Draghi ha detto che «la situazione italiana è oggi sotto controllo, siamo in una delle situazioni migliori in Europa, grazie alla campagna vaccinale che è stata un successo notevole».
Ha però elencato una serie di rischi: «La situazione all’esterno dell’Italia è molto grave, in paesi che sono con noi confinanti. Vediamo anche che la nostra situazione è in lieve, ma costante peggioramento. Non siamo ancora nella pienezza dell’inverno e la copertura vaccinale del ciclo comincia ad affievolirsi, in questo periodo: e per questo è stata anticipata la terza dose a 5 mesi dalla seconda».
Draghi ha poi spiegato perché sono state prese le nuove decisioni: «Voglio un po’ spiegare un altro aspetto di questi provvedimenti: è che vogliamo prevenire per preservare, per conservare. Vogliamo essere molto prudenti per evitare i rischi, sì, ma per riuscire a conservare quello che ci siamo conquistati nel corso di quest’anno». Rispondendo a una domanda, il presidente del Consiglio ha detto di aver fatto la terza dose.
Il vaccino per chi ha tra i 5 e gli 11 anni
Durante la conferenza stampa, il ministro della Salute Speranza ha parlato dell’approvazione del vaccino per i bambini tra i 5 e gli 11 anni: «Il primo passo formale sarà l’approvazione da parte di EMA (l’Agenzia Europea per i Medicinali, ndr) del vaccino Pfizer, in una dose ridotta. L’approvazione potrebbe avvenire già domani, o comunque entro questa settimana».
Dopodiché, la decisione dell’approvazione per l’Italia spetterà all’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) «che si pronuncerà dando molto probabilmente un parere allineato con EMA». Speranza ha spiegato che si dovrà poi aspettare la consegna di queste dosi pediatriche, «in date che non sono ancora certe». Ha comunque dato come indicazione la «terza decade di dicembre». Nel frattempo, il governo farà partire una campagna di comunicazione in cui avranno un ruolo centrale i pediatri.