Due persone hanno accusato di tortura uno dei candidati alla presidenza di Interpol
Secondo due cittadini britannici Ahmed Naser al Raisi, degli Emirati Arabi Uniti, avrebbe supervisionato torture durante la loro detenzione
Giovedì sarà eletto il nuovo presidente dell’Interpol, l’organizzazione internazionale che facilita la cooperazione tra polizie di paesi diversi. Tra i candidati il favorito è Ahmed Naser al Raisi, un importante funzionario del governo degli Emirati Arabi Uniti, di cui è ispettore generale per il ministero dell’Interno. Ma pochi giorni fa due uomini britannici precedentemente detenuti nel paese hanno avviato una causa accusandolo di aver supervisionato torture e altri abusi avvenuti durante la loro detenzione.
I due uomini sono Matthew Hedges, dottorando britannico imprigionato negli Emirati Arabi Uniti nel 2018 con l’accusa di spionaggio, e Ali Issa Ahmad, un tifoso di calcio di 26 anni. Ahmad era stato arrestato nel 2019 mentre era in vacanza negli Emirati Arabi Uniti, perché allo stadio, dove era andato a vedere una partita tra Iraq e Qatar, indossava una maglietta del Qatar (un gesto in quel momento illegale a causa dell’inimicizia tra gli Emirati Arabi Uniti e i paesi del Golfo).
Sia Hedges che Ahmad, imprigionati rispettivamente per sette mesi e due settimane, avevano in più occasioni denunciato le gravi violenze fisiche subite durante gli arresti, dicendo di essere stati torturati e intentando cause legali per questo.
Hedges e Ahmad hanno deciso di avviare una causa legale per impedire ad Ahmed Naser al Raisi di essere eletto presidente dell’Interpol. I due dicono che al Raisi aveva un importante ruolo di supervisione nelle prigioni in cui hanno subìto torture e violenze, e che una sua elezione equivarrebbe a una aperta legittimazione della tortura da parte delle forze dell’ordine, a livello internazionale.
I due hanno denunciato al Raisi in vari tribunali: oltre che nel Regno Unito, anche in Francia, Norvegia e Svezia.
La loro causa è sostenuta anche dall’organizzazione per i diritti umani Gulf Center for Human Rights, che accusa al Raisi di essere responsabile delle torture subite dal noto attivista Ahmed Mansoor, arrestato nel 2017 e condannato a 10 anni di prigione.
Fondata nel 1923 e riorganizzata in varie occasioni, Interpol (International Criminal Police Organization) è l’organizzazione di polizia più grande del mondo. Il suo quartier generale è a Lione, in Francia, ha sette uffici regionali in giro per il mondo (Argentina, Camerun, Costa d’Avorio, El Salvador, Kenia, Thailandia e Zimbabwe) e 195 uffici nazionali, uno per ogni paese membro. Interpol permette alle polizie dei paesi membri di condividere informazioni e dati relativi ai crimini su cui collaborano (reti criminali mondiali e criminalità organizzata) e offre loro sostegno tecnico e strategico. Il suo ruolo è di coordinamento: a lavorare negli uffici di Interpol sono infatti poliziotti delle varie polizie di stato, e Interpol non ha una sua forza di polizia.
Il presidente di Interpol viene eletto ogni quattro anni dall’Assemblea Generale dell’organizzazione, cioè l’organo che la governa, e in cui siedono membri di ognuno dei paesi aderenti. Le prossime elezioni si terranno questa settimana a Istanbul e il nuovo presidente si insedierà a partire da marzo del 2022.