L’evacuazione parziale sull’isola di Vulcano
A causa dell'aumento dei livelli di gas nocivi emessi dal cratere vulcanico: una parte della popolazione non potrà dormire in casa
Lunedì è entrata in vigore un’ordinanza del comune di Lipari che prevede l’evacuazione parziale (valida per una parte della popolazione e soltanto nelle ore notturne) di alcune aree dell’isola di Vulcano, nell’arcipelago delle Eolie, in Sicilia, in seguito all’aumento dei livelli delle emissioni di gas tossici legati all’attività vulcanica. Negli ultimi due mesi i fumi con anidride carbonica e anidride solforosa sono fuoriusciti in quantità anomale da vari punti delle pendici del vulcano dell’isola, e questo ha allertato i vulcanologi e la Protezione Civile, che ha disposto per Vulcano un livello di allerta giallo.
Venerdì il presidente della Sicilia Nello Musumeci ha dichiarato lo stato di crisi e di emergenza regionale a scopo precauzionale, per ridurre il rischio di danni alle persone a rischio e più vulnerabili.
L’ordinanza è stata firmata da Marco Giorgianni, sindaco di Lipari (del cui comune fa parte anche l’isola di Vulcano, dal punto di vista amministrativo) e riguarda in totale circa 250 persone che abitano nella parte nord dell’isola, nelle aree vicine al suo vulcano. Prevede che dalle 23 alle 6 del mattino siano vietati il pernottamento e la permanenza nelle zone più a rischio, tra cui quella del porto, e che l’isola sia accessibile soltanto ai residenti e ai pendolari che ci lavorano – quindi non ai turisti, che non potranno frequentare l’isola fino alla fine dell’effetto dell’ordinanza.
Secondo le valutazioni degli esperti indicate nell’ordinanza, l’anidride carbonica tende a raggiungere i livelli massimi di saturazione nell’aria nelle ore notturne e a circa 80 centimetri dal suolo: per questo i residenti dell’isola che abitano al primo piano o ai piani superiori possono restare anche di notte, sempre dopo aver ricevuto un parere positivo delle autorità competenti. L’ordinanza ha una validità di 30 giorni e durante la giornata le normali attività possono proseguire senza problemi.
Con una superficie di circa 21 chilometri quadrati, Vulcano è la terza isola più grande delle sette che compongono le Eolie, che si trovano alcune decine di chilometri a nord-ovest di Milazzo, in provincia di Messina. Assieme a Stromboli è una delle isole dell’arcipelago in cui sono presenti vulcani attivi e sono state riscontrate attività vulcaniche in tempi recenti (ci sono anche Lipari e Panarea, con fenomeni diversi). L’ultima eruzione durò dal 2 agosto del 1888 al 22 marzo del 1890.
A partire da settembre l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha cominciato a riscontrare variazioni significative nelle attività legate al sistema idrotermale che alimenta le cosiddette fumarole del cratere principale del vulcano, il cratere della Fossa. In particolare, sono stati rilevati sia un aumento delle temperature rispetto alla media stagionale, sia una crescita delle emissioni di anidride carbonica (CO2, il principale gas serra) e di anidride solforosa (SO2), un gas rilasciato naturalmente dall’attività vulcanica che ha un odore pungente ed è irritante per gli occhi, le mucose e il sistema respiratorio.
Per queste ragioni, negli ultimi due mesi l’INGV ha potenziato l’attività di sorveglianza e monitoraggio sull’isola, attivando una stazione “multigas” per il rilevamento di CO2 e SO2, quattro nuove stazioni geochimiche per la misurazione dei flussi di CO2 dal suolo e della concentrazione di CO2 nell’aria, e installando telecamere termiche all’interno del cratere. In più, sull’isola sono state installate anche sei nuove stazioni sismiche.
Continua il monitoraggio a #Vulcano: #INGV ha installato nuove stazioni di misura e incrementato le attività di rilevamento in campagna.Tutti i dettagli sull'ultimo articolo del blog, buona lettura! https://t.co/j2xcnJ5H9W pic.twitter.com/xSc12GZDGJ
— INGVvulcani (@INGVvulcani) November 18, 2021
Secondo il bollettino più recente dell’INGV, quello relativo alla settimana dall’8 al 14 novembre, i valori di anidride carbonica misurati nell’area del cratere sono in diminuzione, «ma ancora su livelli molto alti ed anomali»; anche i livelli di anidride solforosa rimangono sopra la media del vulcano dell’isola. Francesco Italiano, direttore della Sezione INGV di Palermo, ha detto ad ANSA che al momento il vero problema è «la massa di gas aumentata a dismisura» e che pertanto «è rischioso vivere nella zona rossa, dove odore e calore sono segnali ai quali non bisogna essere esposti».
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