Il M5S è scontento delle nomine Rai
Sono stati decisi i nuovi direttori dei tg e delle altre testate dopo un lungo scontro tra i partiti, tra diverse polemiche
L’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, ha deciso mercoledì le nomine per gli incarichi di direttrici e direttori delle principali testate della televisione pubblica, cioè dei telegiornali e degli altri settori giornalistici: la decisione è arrivata dopo un duro scontro tra i vari partiti politici interessati a influenzare la scelta, che si è esteso fin quasi al termine ultimo per la formulazione delle nomine.
Alla fine è stato trovato un accordo, che però ha scontentato una delle forze più grosse del parlamento, il Movimento 5 Stelle. Giuseppe Conte, il leader di fatto del Movimento, ha detto che il suo partito è stato escluso dalle nomine e ha annunciato che il M5S boicotterà le presenze dei suoi membri nelle trasmissioni Rai.
Le nomine decise da Fuortes non sono ancora ufficiali: sono proposte che saranno presentate giovedì sera al consiglio di amministrazione (CDA) della Rai. Il consiglio dà un parere sulle nomine, che non è vincolante a meno che non sia espresso dai due terzi dei suoi membri. È dunque difficile che il CDA blocchi le nomine decise da Fuortes assieme ai partiti, anche se negli ultimi giorni alcuni consiglieri si sono lamentati di non essere stati coinvolti nel processo di scelta.
Tra le nomine più importanti c’è quella di Monica Maggioni, ex presidente della Rai, al TG1: è la prima volta che una donna dirige la testata. Gennaro Sangiuliano, considerato vicino alla Lega, rimarrà direttore del TG2, mentre il TG3 sarà diretto da Simona Sala che, secondo Repubblica, è «gradita sia al PD sia ai 5S». RaiSport sarà diretta da Alessandra De Stefano e il giornale radio da Andrea Vianello, mentre a dirigere Rainews sarà Paolo Petrecca che, sempre secondo Repubblica, è un «amico personale di Giorgia Meloni», la leader di Fratelli d’Italia.
Queste decisioni, che lasciano il M5S senza una nomina di peso, hanno provocato grosse critiche da parte di Conte: «Fuortes non libera la Rai dalla politica ma ha scelto di esautorare una forza politica come il M5S», ha detto il leader del Movimento, aggiungendo che «il M5S non farà più sentire la sua voce sui canali del servizio pubblico». Significa, di fatto, che gli esponenti del partito non parteciperanno più ai talk show e alle altre trasmissioni della Rai. È difficile che questa minaccia sarà messa davvero in pratica, tra le altre cose perché il controllo di Conte sul suo partito è relativamente debole.
Le nuove nomine Rai sono tutte interne, fatte cioè tra persone che fanno già parte dell’azienda, e non prese da fuori. Nonostante questo – e nonostante le promesse ripetute anche di recente di tenere fuori l’influenza della politica dalla Rai – le nomine «appaiono rispondere a logiche spartitorie», come ha scritto in un comunicato Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai.
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