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  • Giovedì 18 novembre 2021

I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia

Sono aumentati i contagi e i ricoveri in terapia intensiva, con una concentrazione dei casi soprattutto nelle province del Nord-Est

Nell’ultima settimana anche in Italia, come in molti altri paesi europei, sono cresciuti i nuovi casi di coronavirus, i pazienti ricoverati in terapia intensiva e i decessi. Al momento l’aumento dei contagi e le difficoltà degli ospedali nell’accogliere pazienti in gravi condizioni sembrano essere concentrate soprattutto in alcune regioni del Nord-Est come Friuli Venezia Giulia, Veneto e la provincia autonoma di Bolzano. In queste regioni molti indicatori che servono per valutare a che punto è l’epidemia sono oltre le soglie di allerta: nei prossimi giorni o nelle prossime settimane non è escluso un passaggio dalla zona bianca alla zona gialla.

Dall’11 al 17 novembre in Italia sono stati trovati 56.376 nuovi casi di coronavirus, il 29,3 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti. L’incidenza settimanale è di 95 contagi ogni 100mila persone.

Sono aumentati anche i morti: nell’ultima settimana ne sono stati segnalati 414, il 26,6 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti. L’incidenza settimanale di decessi più alta è stata in Valle d’Aosta, dove ci sono stati 2,4 morti ogni 100mila abitanti, in Friuli Venezia Giulia e nella provincia autonoma di Bolzano, con 2,1 decessi ogni 100mila abitanti. L’unica regione in cui non ci sono stati morti è la Basilicata.

Un altro indicatore utile per valutare l’andamento dell’epidemia è il tasso di positività dei tamponi, che nelle ultime settimane era cresciuto e aveva superato il 5 per cento dopo mesi in cui era rimasto al di sotto dell’1 per cento.

Nell’ultima settimana sono aumentati anche i test eseguiti per individuare i contagi. Sono stati eseguiti 3,5 milioni di tamponi, un record dall’inizio dell’epidemia in Italia. Ne vengono fatti moltissimi dal 15 ottobre, quando è stato introdotto l’obbligo di Green Pass per i lavoratori. Oltre alla vaccinazione e alla guarigione, il certificato può essere ottenuto in seguito a un tampone negativo.

Come si può notare dalla mappa che mostra l’incidenza dei casi nell’ultima settimana, Trieste è stata la provincia con più casi ogni 100mila persone: 707 negli ultimi sette giorni, in crescita rispetto ai 502 segnalati nell’ultimo monitoraggio. L’incidenza è alta anche nella provincia autonoma di Bolzano – 407 casi ogni 100mila abitanti nell’ultima settimana – nelle province di Padova e di Forlì-Cesena.

I dati da osservare con più attenzione in vista di nuove possibili restrizioni sono quelli relativi ai posti letto occupati dai malati di COVID-19 sul totale dei posti disponibili nelle terapie intensive e nei reparti ordinari. Il Friuli Venezia Giulia è l’unica regione che supera il 10 per cento, la soglia di allerta fissata dalla cabina di regia.

Oltre all’incidenza dei casi ogni 100mila persone, il terzo parametro che decide il passaggio alla zona gialla è la percentuale dei posti letto occupati da pazienti COVID-19 nei reparti ordinari. Secondo l’ultimo aggiornamento, il Friuli Venezia Giulia è molto vicino alla soglia del 15 per cento: negli ospedali ci sono 178 persone ricoverate, il 13,9 per cento dei posti disponibili.

Sono aumentati anche i nuovi ingressi in terapia intensiva: nell’ultima settimana sono stati 262, il 7,8 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti.

I dati pubblicati nel bollettino settimanale di sorveglianza diffuso dall’Istituto superiore di sanità e aggiornati al 7 novembre confermano che l’efficacia dei vaccini è alta in tutte le fasce d’età.

Grazie all’efficacia del vaccino, si può dire che la situazione epidemiologica di oggi sia assai meno grave di quella dell’autunno dello scorso anno. Gli stessi casi settimanali di un anno fa, infatti, oggi causano molte meno conseguenze e morti.

– Leggi anche: Non è l’epidemia del 2020

Finora in Italia 46,9 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino contro il coronavirus, e di queste quasi 45,6 milioni risultano completamente vaccinate. Il 79,2 per cento della popolazione quindi ha ricevuto almeno una dose e il 76,9 per cento ha completato il ciclo vaccinale. Sono 1,3 milioni le persone in attesa della seconda dose. Le regioni hanno somministrato il 92,9 per cento delle dosi disponibili.

Nelle ultime settimane sono state somministrate meno di 20mila prime dosi al giorno. Tra coloro che hanno più di 12 anni, e quindi sono vaccinabili, sono 7,1 milioni le persone che non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale.

La mappa mostra la percentuale di persone vaccinate in Italia sopra i 12 anni: all’interno di ogni regione si trova la percentuale che ha ricevuto almeno una dose, mentre il colore indica quella di chi ha completato il ciclo vaccinale.