L’attentato terroristico a Kampala, in Uganda
Ci sono state due esplosioni, sono morte almeno tre persone: il responsabile potrebbe essere un gruppo affiliato all'ISIS
Martedì mattina ci sono state due forti esplosioni a Kampala, la capitale dell’Uganda, una vicino a una stazione di polizia, l’altra in una strada in prossimità dell’edificio che ospita il parlamento. Le esplosioni sono avvenute a tre minuti l’una dall’altra. Funzionari ugandesi hanno detto che diverse bombe sono state trovate in altre parti della città e il portavoce della polizia, Fred Enanga, ha detto che la minaccia non è ancora finita, e che potrebbero esserci altri attentatori suicidi. Non si hanno ancora informazioni complete sull’accaduto, ma sembra che si sia trattato di un attentato terroristico compiuto dalle Allied Democratic Forces (ADF), fazione affiliata allo Stato Islamico.
L’agenzia di news AFP ha scritto che nell’attentato sono state uccise tre persone, e più di trenta risultano ferite. Ci si aspetta però che il numero dei morti salga.
La televisione nazionale UBC ha raccontato di parlamentari in fuga dall’edificio e Associated Press di «persone che stanno cercando di lasciare velocemente la città». In generale sembra che l’attentato abbia provocato molta confusione e paura nella popolazione della capitale ugandese.
Era da qualche settimana che il livello di attenzione per eventuali attentati terroristici era molto elevato. Il governo del Regno Unito aveva da poco aggiornato le sue indicazioni di viaggio rivolte ai cittadini britannici dicendo che era «molto probabile» che gli estremisti tentassero di «compiere attacchi» in Uganda. Di recente c’erano stati due attentati nella capitale: uno il 23 ottobre in un ristorante, che aveva provocato la morte di una persona, e l’altro due giorni dopo, compiuto da un attentatore suicida su un autobus. Il primo era stato rivendicato dalle Allied Democratic Forces.
Le Allied Democratic Forces sono un gruppo fondato all’inizio degli anni Novanta da ugandesi di religione musulmana che sostenevano di essere stati discriminati dalle politiche del presidente ugandese Yoweri Museveni, in carica ancora oggi. Negli anni successivi si resero responsabili di attentati terroristici in diverse città del paese, oltre che nella capitale: nel 1998 uccisero 80 studenti in una città vicino al confine con la Repubblica Democratica del Congo. Dopo un’offensiva dell’esercito ugandese, il gruppo fu costretto a ritirarsi per lo più nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, dove poté continuare a operare sfruttando il poco controllo che il governo congolese esercitava su quella zona.
Per lungo tempo le Allied Democratic Forces si sono opposte al regime di Museveni, alleato degli Stati Uniti e primo leader africano a mandare forze di peacekeeping nella vicina Somalia per difendere il governo federale somalo dagli attacchi del gruppo terroristico al Shabaab. Come ritorsione per l’invio delle truppe, nel 2010 al Shabaab fece un attentato a Kampala colpendo un gruppo di persone che stava guardando una partita dei Mondiali di calcio: furono uccise almeno 70 persone. Quello fu l’ultimo grande attentato in Uganda.
Sembra che le Allied Democratic Forces si siano affiliate all’ISIS nel 2019.