Johannes Vermeer e i suoi quadri
Il grande pittore olandese, famoso per la "Ragazza con l’orecchino di perla", è il protagonista del doodle di Google di oggi
Johannes Vermer, pittore olandese tra i massimi esponenti del cosiddetto “secolo d’oro”, è il protagonista del doodle di Google di oggi per ricordare il 389esimo anniversario della sua nascita, avvenuta appunto nell’autunno del 1632.
Sulla vita di Johannes van der Meer, spesso abbreviato in Jan Vermeer, sappiamo pochissimo e le poche fonti ufficiali dalle quali si possono trarre informazioni contengono spesso lacune, o dati discordanti.
Vermeer nacque nella prima metà del Seicento nella città di Delft, nell’Olanda Meridionale, in una famiglia della classe media: la data precisa di nascita non è nota, ma dai registri della chiesa protestante è stato possibile ricostruire la data del suo battesimo, il 31 ottobre del 1632. Il padre fu sia mercante d’arte che gestore di una locanda, che Vermeer avrebbe poi ereditato insieme alle altre attività commerciali.
Nel 1653 Vermeer si sposò con Catherina Bolnes, una ragazza cattolica appartenente a una ricca famiglia della città, e si ipotizza che si fosse convertito al cattolicesimo prima del matrimonio. Si trasferì nella casa della suocera, che negli anni contribuì a finanziare le sue attività mentre cercava di farsi notare nel settore dell’arte.
Dopo un periodo di apprendistato, a 21 anni Vermeer divenne membro della Gilda di San Luca, importante corporazione di artisti e pittori tra Fiandre e Paesi Bassi. Entrò nelle grazie del mecenate Pieter van Ruijven, che iniziò ad acquistare numerosi dipinti consentendo a Vermeer di mantenersi e di investire maggiori risorse nelle proprie attività artistiche.
In una decina di anni, Vermeer divenne uno degli esponenti di spicco della Gilda, ma nei primi anni Settanta del Seicento subì la forte crisi finanziaria che interessò i territori dei Paesi Bassi in seguito all’invasione francese. Morì a Delft nel 1675, lasciando molti debiti alla famiglia che per ripianarli propose di vendere parte dei suoi dipinti e la casa in cui viveva.
Vermeer era specializzato soprattutto nella rappresentazione degli ambienti della vita quotidiana borghese, con personaggi che compiono gesti misurati e sono quasi sempre intenti a lavorare o a pensare alla famiglia, attraverso le faccende domestiche o la cura dei figli.
Lo stile è stato definito da numerosi critici come fotografico, con una grande attenzione ai dettagli e alla creazione di giochi di luce, tramite finestre socchiuse che illuminano la scena, creando zone di ombra e penombra in contrasto con quelle pienamente illuminate.
In molte opere il livello di dettaglio è altissimo, al punto da avere fatto ipotizzare che Vermeer ricorresse con grande frequenza alla camera oscura, strumento ottico che consentiva di proiettare una scena dal vero su una superficie, come una tela o un foglio, per tracciarne forme e dettagli che avrebbero poi costituito il quadro vero e proprio. Questo spiegherebbe l’assenza di disegni preparatori e alcuni effetti fuori fuoco inseriti nei suoi quadri, per indirizzare l’attenzione dell’osservatore verso specifiche parti della rappresentazione aiutandosi con i giochi di luce e i colori brillanti.
Nella sua intera carriera artistica, Vermeer produsse una cinquantina di opere e poco più di 30 certamente riconducibili alla sua attività sono arrivate fino a giorni nostri. Tra le più famose c’è la Ragazza col turbante o Ragazza con l’orecchino di perla, che ha avuto ulteriore fama negli ultimi anni grazie a un romanzo e a un film.
Il quadro mostra le grandi qualità da ritrattista di Vermeer, che si riflettono anche nelle rappresentazioni con più personaggi come la Fantesca che porge una lettera, dove spiccano anche le capacità di Vermeer nel gestire gli spazi e gli effetti di luce. I quadri Donna seduta alla spinetta e Suonatrice di chitarra ricorrono i temi della rappresentazione degli strumenti musicali, tipici dell’epoca, mentre nel Geografo e nell’Astronomo è evidente la scelta di mostrare strumenti e tecnologie per mappare e misurare il mondo e i corpi celesti.
La maggior parte dei quadri di Vermeer rientra a pieno nel “secolo d’oro olandese”, definizione riferita alla grande potenza economica e rilevanza che avevano assunto i Paesi Bassi nel Diciassettesimo secolo, con al centro i commerci di Amsterdam in Europa e verso le Americhe. La grande prosperità economica, per lo meno per le classi più agiate, fornì una spinta senza precedenti per la zona nello sviluppo delle scienze e delle arti.
Pittori e artisti trovarono un proprio stile, lontano da quello sfarzoso e teso all’eccesso del barocco nel resto dell’Europa di quel periodo. Divennero centrali i temi della natura morta, del paesaggio e soprattutto del ritratto, usato spesso dai committenti più agiati come segno della loro ricchezza e rilevanza in una società dedita soprattutto ai commerci.